Ho sempre pensato che la professione forense fosse una "missione", qualcosa di molto simile alla professione medica. Entrambe hanno la vita delle persone nelle proprie mani, entrambe non conoscono ferie, orari, distrazioni. Entrambe trovano un richiamo, più o meno esplicito, nella Costituzione: diritto alla salute per una, diritto di difesa per l'altra.
Da sempre programmo le ferie in funzione degli impegni professionalie non a prescindere, e, occupandomi di diritto amministrativo, sovente mi è capitato di rientrare per sospensive al TAR nel periodo estivo.
Come vice presidente dell'Unione Nazionale Avvocati degli Enti Pubblici sento un particolare orgoglio quando penso di rappresentare colleghi quali gli Aquilani,i Modenesi, i Ferraresi, noi stessi di Bologna, che, all'indomani dei gravissimi sismi che hanno martoriato le nostre città, eravamo puntuali al lavoro sotto le tende per preparare le difese dei nostri Enti o eravamo innanzi ai giudici per rispettare le scadenze prefissate!
Con orgoglio immenso e commozione desidero che tutti sappiano che a Milano in quel terribile 18 aprile 2002, nel disastro aereo che colpì il Palazzo della Regione, chi rimase ucciso furono due colleghe avvocato della Regione, perchè oltre il loro orario contrattuale di lavorosi trovavano ancora al loro posto per terminare le difese della Regione Lombardia in giudizio.
Questi sono gli avvocati che rappresento. Questo è il nostro senso del dovere. Questa è la nostra professione.
E' bene conoscere queste cose per correttamente valutare. Altrimenti si parla del nulla.
Quando il "collega" Pitruzzella parla delle "specializzazioni" dà l'impressione di non avere ben chiaro ciò che dice. Noi dell'Avvocatura pubblica siamo un elemento specializzato, di "cerniera", fra i diversi protagonisti dell'azione amministrativa, dalla sua genesi al suo epilogo, seria e leale.
L'Avvocatura pubblica è la proiezione della professione forense più pura, è la modernizzazione della P.A. riappropriatasi del suo passato, ovvero delle motivazioni per le quali è "nata": il bisogno di assicurare all'ente pubblico lo stabile consiglio di uomini (...e donne) di legge, avvertito sin da epoca remota.
Passando, invece, al corpo intero dell'avvocatura, la "professione forense unita", di cui facciamo parte a pieno titolo votando per i Consigli, pagando il contributo annuale, soggiacendo al potere disciplinare ed all'obbligo di formazione, detiene un triste primato europeo: è l'unica ad avere la legge di disciplina del 1933, precedente alla Costituzione, precedente al fenomeno di massa delle immatricolazioni a Giurisprudenza, facoltà raccoglitore raccogliticcio, .....precedente a tutto!
Quando mai si è visto un avvocato che impara la professione senza calcare le aule di giustizia...ma quelle universitarie?
Come dire che un medico impara la chirurgia senza andare in sala operatoria!
Ma Pitruzzella, oltre ai numerosi incarichi politici di cui al suo curriculum, ha mai realmente svolto la professione forense?
Egli parla come "garante della concorrenza e del mercato". Leggendo il sito dell'AGCM questa è la definizione dell'attività: "L’Autorità garantisce il rispetto delle regole che vietano le intese anticoncorrenziali tra imprese, gli abusi di posizione dominante e le concentrazioni in grado di creare o rafforzare posizioni dominanti dannose per la concorrenza, con l’obiettivo di migliorare il benessere dei cittadini. Dal 2007 è stato affidato all’Antitrust il compito di tutelare i consumatori (e dal 2012 anche le microimprese) dalle pratiche commerciali scorrette delle imprese e dalla pubblicità ingannevole. Per garantire che il confronto sul mercato avvenga lealmente interviene anche contro la pubblicità comparativa che getta discredito sui prodotti dei concorrenti o confonde i consumatori. Dal 2012 è stata affidata all’Antitrust la tutela amministrativa contro le clausole vessatorie inserite nei contratti con i consumatori".
Ma di che parliamo? Del concessionario di auto? Dell'industria automobilistica? Della società che erogano gas, acqua, luce?
Il cliente dell'avvocato che mette la sua vita -economica, familiare, personale- nelle mani del professionista di fiducia, è un consumatore al pari dell'acquirente di un viaggio o di un'auto o di un etto di prosciutto?
E il tirocinio di cui parla Pitruzzella? Dubito che egli l'abbia mai realmente fatto!
Non ha importanza che duri 18 o 24 mesi. E' importante che formi con serietà.
E dove starebbe l' "ostacolo alla professione" di cui parla? L'accesso all'avvocatura italiana è talmente ostacolata da aver prodotto in pochi anni 260.000 avvocati, numero così....ostacolato, da aver creato ostacolo alla sopravvivenza, ostacolo al rispetto della deontologia..poiché è noto che se non si riesce a sopravvivere, si pensa agli espedienti per poterlo fare.
Ciò che manca alla professione forense è un vero ostacolo alla disoccupazione di migliaia di giovani avvocati. Questo, Pitruzzella, manca.
Quando ho iniziato l'università ho scelto di fare l'avvocato. Oggi buona parte di chi frequenta giurisprudenza non ha scelta, la subisce. Magari voleva fare l'architetto, o il medico, o il veterinario o lo psicologo, ecc.
Ecco la differenza fra una professione ordinata ed una disordinata. Ecco la differenza fra chi ha sceltop la passione e chi non ha passione per mancanza di scelta.
Per me, oggi, a distanza di anni, fare l'avvocato è un'emozione sempre nuova, a cui non mi abituo. Credo che chiunque scelga di essere un avvocato provi le mie stesse passioni, motivazioni.
Il giuramento che ho prestato tanti anni fa è stato un giuramento convinto, recitato con il "groppo" in gola, vissuto come una grande responsabilità condensata in una piccola frase.
Oggi come allora continuo a ripeterla a me stessa, "Giuro di adempiere ai miei doveri professionali con lealtà, onore e diligenza, per i fini della Giustizia e per gli interessi superiori della Nazione".
Io, ancora oggi e ancora una volta, sono qui, in agosto, a svolgere la mia funzione e, svolgendola per la Pubblica Amministrazione è una funzione ancora più intensa, perchè "al servizio della Nazione" al quadrato!
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