"Il prodotto interno lordo non descrive la salute dei nostri bambini, la qualità della loro istruzione o la gioia dei loro momenti di svago. Non include la bellezza della nostra poesia o la forza dei nostri legami, l'intelligenza del nostro dibattito pubblico o l'integrità dei nostri pubblici ufficiali. Non misura nè la nostra arguzia, nè il nostro coraggio, nè la nostra saggezza o il nostro apprendimento, nè la nostra compassione o la nostra devozione al paese. Misura tutto, in breve, eccetto quello che rende la vita degna di essere vissuta. E ci può dire tutto (dell'America) eccetto il perchè siamo orgogliosi di essere (americani)".
(Bob Kennedy, 1968-da Il Fatto Quotidiano).
Aver riletto questo brano di Robert Kennedy, pronunciato poco prima di essere assassinato al pari del piú noto fratello, da appassionata di storia, ed in particolare delle biografie dei grandi personaggi, mi ha procurato un enorme piacere ed una riflessione.
Il piacere è un sentimento e non va nè spiegato, nè argomentato.
La riflessione è invece la seguente.
I cicli della storia ci insegnano che le "crisi" economiche sono cicliche e, addirittura affondano le radici in epoche molto remote. Non è necessario ripercorrere le tappe della storia per "mappare" le crisi economiche piú gravi, è sufficiente osservare che ogni crisi, dal Medioevo ad oggi, porta con sè risvolti sociali non misurabili con strumenti economici, come appunto il PIL...
Ció che colpisce sono infatti gli effetti sulle persone, poichè ogni crisi, in ogni epoca storica, accentua gli squilibri sociali, i quali sono determinanti nella vita delle persone.
Ció che colpisce sono infatti gli effetti sulle persone, poichè ogni crisi, in ogni epoca storica, accentua gli squilibri sociali, i quali sono determinanti nella vita delle persone.
Per un padre di famiglia perdere il lavoro puó essere un fattore destabilizzante che, come già si è verificato in molte occasioni, puó portare a suicidi, a gesti estremi, che non possono lasciare indifferenti.
La politica e la società stessa -i ricchi, i finanzieri, i grandi capitalisti che nelle crisi vedono aumentare le loro risorse esponenzialmente- dovrebbero fare massa critica. Il principio è quello della famiglia: se qualcuno ha bisogno, gli altri aiutano.
I politici dovrebbero, a mio parere, dare esempi virtuosi reali, non solo per proclami: i messaggi dovrebbero essere positivi, mai negativi, non serve a nulla diffondere pessimismo se non ad acuire situazioni di depressione.
Serve invece cercare di ripristinare condizioni di vivibilità, utilizzare le risorse per aiutare con micro credito le famiglie, chi ha perso il lavoro, chi ha intrapreso ed è in difficoltà. Serve abbattere i costi dell'apparato istituzionale, non invece aumentare le tasse per continuare a mantenerlo "pesante".
La spending review seria può ristabilire la fiducia nelle persone. L'equazione è semplice: se in una famiglia non ci sono soldi, si tagliano tutte le spese superflue, si mantengono quelle necessarie e si cerca il sistema di incrementare le entrate, ad esempio vendendo beni.
Tradotto: Stato, regioni, comuni, province, enti, authority, ecc., non hanno soldi e, invece di tagliare le spese lasciando inalterato (il più possibile) il potere di spesa dei singoli, mantengono le spese piú o meno inalterate, non vendono nulla e affamano le persone rendendole, quindi, psicologicamente deboli, infelici e prive di risorse.
Io credo che si debba fare il contrario.
Nei momenti di crisi si debba far leva sui valori delle persone, valori personali e valori lavorativi. Si debba tagliare tutto, ma veramente tutto, ció che è superfluo, dalle scorte a chi non ha bisogno, alle auto blu, ai rimborsi taxi ai politici che risiedono nei luoghi di "lavoro", alle consulenze (che mortificano i lavoratori, oltre a costare cifre esose), ecc. Penso che si debba valorizzare il patrimonio pubblico inutilizzato, in luogo di mantenerlo fatiscente e improduttivo, penso si debbano eliminare doppi/tripli incarichi a chiunque, penso si debbano eliminare senza compromessi e ripensamenti gli enti intermedi, le poltrone delle istituzioni restanti.
Penso, poi, che -in controtendenza con le recenti proposte- l'età per entrare in Parlamento non debba affatto essere abbassata creando nuovi e giovani politici di professione, bensí penso si dovrebbe prevedere che possa essere candidato solo chi ha lavorato almeno 10 anni comprovati, si possano fare "due giri" e nessun altro incarico in politica per almeno 5 anni, durante i quali un soggetto torna al proprio lavoro. È l'unico modo per capire la gente, per rimanere ancorati alla gioia, al dolore, alle difficoltà quotidiane, alla spesa, alla fila in posta.
Chiedo scusa, ma questo sistema eliminerebbe anche il malaffare, poichè nessuno avrebbe nelle proprie mani un potere duraturo e, come tale, negoziabile.
Sulle consulenze vorrei approfondire.
Nel mio settore d'attività sono estremamente diffuse. Le cause sono principalmente che solo lo Stato ha un'Avvocatura regolamentata per legge, con competenze chiare e definite. Lo Stato non puó affidare incarichi di difesa o pareri legali ad altri che non siano i propri avvocati, con ció contraendo le spese in maniera determinante.
Cosí non è, ad esempio, per gli enti locali, i quali sono oltre 8.000 e pochi hanno avvocature. Anche quei pochi che possono contare su avvocature decidono come vogliono in tema di incarichi legali, con la conseguenza che le spese si moltiplicano.
Basterebbe veramente poco per regolare questi professionisti della legalità della pubblica amministrazione diversa dallo Stato, per eliminare costosissime consulenze su migliaia di amministrazioni pubbliche, basterebbe mutuare le regole già esistenti per l'Avvocatura di stato, organizzando le avvocature degli enti diversi dallo Stato in distretti di Corte d'Appello, con foro obbligatorio e, foro generale, presso l'Avvocatura della Capitale.
Come dicevano i tre saggi nominati dall'allora presidente della Camera Luciano Violante, i professori Cassese, Pizzorno e Arcidiacono, "la debolezza della P.A. consiste nel non avere un corpo professionalizzato di legali interni", sentinelle di legalità e custodi della buona amministrazione.
È un orgoglio evidenziare come mai, nessun avvocato dipendente sia mai stato coinvolto in affari illeciti, in tangenti o altre ipotesi correttive, come invece troppo spesso è accaduto per altre figure professionali.
Sicuramente da una efficace organizzazione su base nazionale della pubblica avvocatura ne deriverebbe, oltre all'efficienza della difesa pubblica, una contrazione di costi di almeno 1,5-2 punti di PIL.
Che non misurerà la felicita ed i valori di un popolo, ma deve rammentare che le spese vanno tagliate realmente, non solo verbalmente, e deve ricordare che proprio le crisi, nella storia, sono stati i migliori volani per migliorare il futuro, correggendo gli errori del passato.
L'avvocatura pubblica da sempre baluardo della legalita'!
RispondiEliminaPer quanto attiene alla crisi economica mi auguro che gli italiani sappiano raccogliersi in una dimensione piu' misurata e ritrovare i valori perduti.
.... Verso il Rinascimento ....