-Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici-
Atto costitutivo per notaio Dobici Bertone del 6.10.71 rep. 718018.Cod.fisc.96111300586
Organismo sindacale rappresentativo di categoria. Riconoscimento del Min. Lavoro n.14399/88
Gentile Presidente, Signori Giudici, Autorità, Colleghi
Ringrazio per l'invito rivolto ad UNAEP e di conseguenza per l'occasione di portare anche quest'anno il saluto delle Avvocature degli enti pubblici diversi dallo Stato.
Ciò costituisce per noi un motivo di orgoglio, lo stesso con cui svolgiamo la nostra professione con passione e per scelta alle dipendenze delle nostre Amministrazioni.
Un doppio motivo di orgoglio.
Poiché a questo si aggiunge che UNAEP è stata riconosciuta quale componente dell'Avvocatura a tutti gli effetti dal Congresso Forense svoltosi a Genova, a cui ha ufficialmente partecipato con una propria Mozione, sottoscritta e inserita agli atti ufficiali del Congresso. Ciò ha consentito di intervenire anche nei lavori del d.d.l. di riforma forense, con una audizione presso la Camera dei Deputati.
Queste le premesse di tipo generale.
Sul piano della quotidiana collaborazione fra le "parti" che operano a presidio dell'amministrazione della legalità e della giustizia -cioè giudici, avvocati del libero foro e avvocati pubblici- la novità fondamentale è stata l'entrata in vigore il 16 settembre scorso del Codice del Processo Amministrativo.
In tal senso divengono elementi di ancora maggior importanza la costante ricerca della "qualità amministrativa" dei provvedimenti posti in essere dagli enti, il perseguimento del pubblico interesse, e non il semplice interesse del proprio cliente, lo sforzo per evitare le difese ad oltranza, quando non giustificate, certamente non rispettose dell'interesse pubblico e della buona amministrazione, e il miglior utilizzo dei vari istituti deflattivi del contenzioso, quali l'autotutela, laddove possibile.
Ed è in questa accezione che l'Avvocatura pubblica vuole porsi: quale elemento specializzato di "cerniera" fra i diversi protagonisti dell'azione amministrativa dalla sua genesi al suo epilogo.
Essa vuole cioè proiettarsi sempre più nel futuro riappropriandosi del suo passato, ovvero delle motivazioni per le quali è "nata": il bisogno di assicurare all'ente territoriale il consiglio di uomini di legge, avvertito sin da epoca remota, e in particolare dopo l'istituzione della Avvocatura di Stato nel 1876. Difatti, la prima avvocatura comunale nata fu quella di Roma nel 1894, seguita a ruota dopo pochi anni da quella del Comune di Bologna.
E mi avvio a concludere rendendo partecipe questa assemblea di una particolarità che forse in pochi conoscono: l'avvocatura degli enti locali ha formato oggetto di analisi specifica da parte di tre «saggi», chiamati a comporre il c.d. "Comitato di studio sulla prevenzione della corruzione", istituito dal Presidente della Camera dei deputati Luciano Violante con decreto n. 211 del 30.9.1996.
Il Rapporto che i componenti il Comitato (Cassese, Pizzorno, Arcidiacono) hanno redatto sul tema (si usciva dalla palude lasciava da quel fenomeno patologico noto col nome di «Tangentopoli») è emblematico: «una delle ragioni principali della corruzione è la debolezza dell'Amministrazione, data dall'assenza o dall'insufficienza dei ruoli professionali. Essa costringe le Amministrazioni ad affidarsi a soggetti esterni per tutte le attività che riguardano l'opera di specialisti. Il rimedio ipotizzabile è che i professionisti dipendenti iscritti agli albi vanno organizzati in corpi separati, con uno stato giuridico ed un trattamento economico che consentano di attrarre personale di preparazione adeguata. Non ci si deve illudere di poter acquisire le professionalità necessarie, se non si è poi disposti a pagare il loro prezzo, né che la corruzione abbia termine, finchè le Amministrazioni non abbiano superato la loro debolezza».
Ecco allora chiarito il ruolo che l'Avvocatura degli enti locali desidera offrire ai propri colleghi ed ai magistrati: il ruolo di baluardo della legittimità o, ancor di più, i nemici di chi attenta alla corruzione della P.A., desideriamo essere coloro che impediscono all'Amministrazione di esser più debole di quanto già non lo sia, di rendersi il più possibile impermeabile alle tentazioni di malaffare, contribuendo con professionalità e dedizione al miglioramento della giustizia.
Ringrazio tutti per l'attenzione.
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