Cari Colleghi,
grazie all'on. Lo Presti, presidente onorario UNAEP (il quale si è adoperato molto attivamente e fattivamente per le nostre audizioni e per i numerosi rapporti sino ad oggi intrattenuti con la politica centrale), abbiamo il documento che allego e della cui soddisfazione desidero rendere partecipi tutti.
L'On. Lo Presti ha consentito di diffonderlo in anticipo, ma nel contempo haraccomandato la riservatezza fino a domani, quando sarà pubblicato.
Con questa "anticipazione", però, l'on. Lo Presti ci consente di avere una serata di "inattesa" serenità.
Ci vuole però cautela massima.
Nessuno si illuda che tale fatto significhi di aver centrato l'obiettivo: la guardia deve continuare a rimanere alta, anzi altissima. Infatti, dobbiamo attendere il testo emendato che uscirà dalla Camera: solo allora sapremo di che morte moriremo, atteso che al Senato il DL sarà blindato.
Se si voleva una conferma del fatto che solo la compattezza paga, mentre il disordine e la divisione ci rende deboli e punisce, ora l'abbiamo!
Dobbiamo continuare per ogni cosa a rimanere assolutamente uniti: fra noi UNAEP prima di tutto, ma anche leali e trasparenti con gli amici di FLEPAR.
Il momento è comuqnue terribile. Desidero sappiate che un collega dirigente avvocato, nostro iscritto, è stato licenziato ad nutum ieri sera dal proprio enteper aver posto il problema del mancato utilizzo dell'avvocatura per le funzioni professionali, affidate solo all'esterno, con costi esorbitanti a carico dell'erario (e quindi di tutti noi), e richiesto vivamente l'applicazione del Regolamento per le avvocature iscritte all'elenco speciale.
Ovviamente tale problema non poteva essere posto da un avvocato non dirigente.....
Capite, quindi, che la divisione fra "dirigenti" e "non dirigenti" - odiosa, davvero odiosa - che il governo vorrebbe introdurre (e con stupore quasi caldeggiata con gioia da alcuni colleghi privi di lungimiranza .....), non solo è appunto odiosa, ma è dannosa.
Chi non comprende questo non ha capito nulla.
Per parte mia assicuro che continuo in questa difficile ed impegnativa direzione con serietà e determinazione.
Questa caparbietà è feconda: martedì prossimo 15 luglio sono stata convocata dal Ministro della Pubblica Amministrazione per porre il tema di una riorganizzazione della pubblica avvocatura che ci consenta di valorizzare questo patrimonio umano e professionale.
Capite, quindi, che la divisione fra "dirigenti" e "non dirigenti" - odiosa, davvero odiosa - che il governo vorrebbe introdurre (e con stupore quasi caldeggiata con gioia da alcuni colleghi privi di lungimiranza .....), non solo è appunto odiosa, ma è dannosa.
Chi non comprende questo non ha capito nulla.
Per parte mia assicuro che continuo in questa difficile ed impegnativa direzione con serietà e determinazione.
Questa caparbietà è feconda: martedì prossimo 15 luglio sono stata convocata dal Ministro della Pubblica Amministrazione per porre il tema di una riorganizzazione della pubblica avvocatura che ci consenta di valorizzare questo patrimonio umano e professionale.
Questa email è indirizzata agli Avvocati dipendenti di Enti pubblici e a coloro che possono essere interessati alle questioni trattate. Gli indirizzi non vengono utilizzati per scopi commerciali ma solo per comunicazioni, anche di natura associativa, attinenti alla professione forense. Se non si è interessati è sufficiente rispondere a questa email indicando in oggetto CANCELLAMI.
L’esistente distinzione nell’ambito dell’avvocatura pubblica di avvocati dirigenti ed avvocati funzionari è, a mio modo di vedere, ingiustificata, e, come giustamente osservato, anche odiosa.
RispondiEliminaÈ odiosa soprattutto perché anziché attribuire negli Uffici legali ove operano più avvocati pubblici ad uno di detti legali una giusta “indennità di coordinamento”, fa sì che un avvocato pubblico si ponga ad un livello di supremazia rispetto ai suoi colleghi (colleghi per modo di dire), con attribuzione di fatto e di diritto di funzioni e poteri di dirigenza gerarchica sugli stessi.
Si potrebbe obiettare a quanto sopra affermando che tale differenza sia giustificata dal fatto che questo avvocato pubblico ha superato una selezione di dirigente.
Ma resta il fatto (e chi opera nel settore lo sa bene) che nella realtà il lavoro concretamente svolto e le responsabilità sono effettivamente identiche, e la nomina a dirigente spesso è frutto più che di effettive “capacità superiori” di favoritismi e conoscenze (siamo in Italia) e/o di contingenze favorevoli.
Fatta questa premessa, mi permetto di osservare che per quanto mi concerne (sono un avvocato funzionario, cassazionista, che dopo 20 anni di professione avvocatizia nel pubblico percepisce una retribuzione netta mensile che sia aggira dopo sui 2.300 Euro e che non becca dal proprio Ente nemmeno un euro di onorari - figuriamoci poi per le causa finite con spese compensate o transatte), la norma introdotta con l’art. 9 del D.L. 90/2014 non mi tange ed anzi, dal punto di vista della giustizia sociale ed equitativa, mi soddisfa pure, andando ad intaccare una delle tantissime situazioni di privilegio e di rendita di posizione che purtroppo ancora esistono (e continueranno ad esistere) in Italia.