Le più longeve (Bologna, Roma, Napoli) addirittura preesistono all'Avvocatura dello Stato.
Eppure l'unica avvocatura dipendente ad avere una propria normativa regolamentare, che uniforma status, trattamento economico, organizzazione, funzionamento degli avvocati e della struttura, è proprio l'Avvocatura dello Stato. Peraltro, l'unica i cui avvocati non soggiacciono ad un "doppio status" e ad un "doppio potere disciplinare".
La legge professionale del 1933 prevede(va) all'art. 3 il regime dell'incompatibilità fra professione forense e lavoro dipendente, con una eccezione: noi.
Così, per 79 anni, e sino ad ora, il nostro è stato uno status d'"eccezione"..., non nel senso di "eccezionale", di un "gran status", no, nel senso di "eccezione alla regola"....
"Che lavoro fai?"
"L'eccezione alla regola".
"Ahhh!" (faccia stupita)
Altro che decoro della professione!
E il bello è che tutti gli avvocati (c.d. "del libero foro") mai si sono indignati, mai hanno pensato che avere fra i propri colleghi delle "eccezioni alla regola" sminuisse anche il loro ruolo.
Macché.
Solo di recente, quando oramai l'opinione pubblica tende a detestare ogni categoria, bollandola come lobby, i nostri "liberi" colleghi si sono accorti di noi, implorandoci di votarli, porgendoci il salvadanaio per il contributo annuale, coinvolgendoci nell'organizzazione di eventi formativi.
In altre parole, si sono resi conto che il nostro ruolo, silenzioso, costante, fedele alle istituzioni che difendiamo con dedizione e specializzazione, con forti risparmi alle casse erariali, è un ruolo professionale forte.
Non sufficientemente forte, però, per essere coinvolti nelle decisioni che ci riguardano, che vengono ben mantenute strette da una "solita" cerchia che vorrebbe rappresentarci senza rappresentarci....
Che valga anche qui il principio della "rappresentanza a nostra insaputa"?
Dato che a noi non piace che le cose avvengano "a nostra insaputa", ma ci piace mettere la faccia in tutto ciò che facciamo, abbiamo deciso di percorrere una diversa strada, in salita, stretta, sabbiosa....Ma proprio le difficoltà aiutano a mantenere viva la concentrazione, a non distrarsi, a mirare dritti all'obiettivo...
Noi....enfants terribles...dell'Avvocatura.
Bello, d'ora in poi così vorremo essere chiamati: enfants terribles, capitanati da uno più terrible di tutti: l'On. Lo Presti, avvocato "pubblico" ad honorem
Ora che la norma è passata, in molti vorrebbero -forse- attribuirsene il merito.
E allora diciamola questa verità.
UN PO' DI STORIA DELL'ART. 23-RIFORMA FORENSE .....
La storia dell'art. 23 approvato ieri dalla Camera, nasce molto, molto tempo fa.
Vista la "collaborazione" che i colleghi del libero foro ci prestavano, che da 1 a 10 collocherei a zero, si decise di utilizzare altri canali agendo per nostro conto, al grido di: "se a noi non pensiamo noi, non ci pensa nessuno".
E allora via. Alcuni colleghi avevano contattato parlamentari per spiegare (e qui sintetizzo) che l'assenza di regole crea disparità di trattamento fra lavoratori che svolgono la stessa professione da nord a sud e ritorno.
I vari parlamentari, dunque, avevano annuito alle nostre istanze (avete presente i cagnolini che molti anni fa usava mettere nelle auto, che scuotevano la testa ad ogni sobbalzo? Ecco...), e avevano nel tempo preso impegni che, poi, non sono mai stati onorati.
UNAEP (Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici) non è mai stata a guardare. Negli anni, aveva promosso diversi disegni di legge per regolare la professione forense svolta per le P.A., i quali stanno ancora vagando persi chissà dove.
Poi, alla fine del 2005 un balzo in avanti con l'entrata di persone nuove in UNAEP, determinate, cocciute, rompipalle...con garbo. La decisione di virare verso la rappresentatività e di stringere i tempi per giungere ad una regolamentazione uniforme in sede legislativa, poiché ove vige l'anomia, si allarga la discrezionalità e la discriminazione.
E' però con la legislatura iniziata nel 2008, che vi è stata una novità: l'invito rivolto agli Ordini forensi da parte dell'allora ministro Alfano, per redigere una bozza di riforma, riforma che si sarebbe impegnato a portare in Parlamento.
Ovviamente nessuno ha pensato che esisteva la pubblica Avvocatura......
Fortunatamente, il collega avv. Murra dell'Avvocatura Capitolina, all'epoca Consigliere dell'Ordine di Roma, propose ad un senatore il testo di un "articolo" sull'Avvocatura dipendente da inserire.
Questo "collega" senatore, per tenerci un po' buonini e visto che era iscritto all'Ordine di cui Murra era consigliere, decise di accoglierlo ma "limarlo" talmente tanto che, alla fine, nulla aggiungeva all'"eccezione" in cui eravamo relegati dal 1933...
Ma noi buonini non ci stiamo....
E così, in vista dell'iter del d.d.l. di riforma forense, nel maggio del 2009 ci è venuto in mente di organizzare un grosso Convegno Nazionale a Napoli sul tema delle Avvocature Pubbliche, per "uscire" dall'angolo, per farci conoscere e, quindi, promuovere noi stessi, poiché in diritto, chi tace...non dice niente!
Ci servivano parlamentari.
E fra i tanti parlamentari che potevano capitarci, la vita decise di farci un regalo: l'on. Lo Presti.
Egli, avvocato pure, come tutti gli altri prima di lui, non conosceva granché delle nostree specificità e delle nostre necessità; a differenza però di tutti gli altri prima di lui, la curiosità dell'intelligenza lo spinse a voler conoscere, sapere, approfondire.
Ecco com'è andata. ...Quasi. C'è sempre un "davanti alle quinte" e un "dietro alle quinte". L'importante è che il film avanzi.
E per far avanzare il film, l'On. Lo Presti ha deciso di prendere a cuore la nostra situazione ...molto stile "romantico", ove la letteratura insegna che la realtà sociale dei "poveri, derelitti ed abbandonati" tocca il cuore.
Che sia perchè il "romanticismo" nasce in Sicilia e Lo Presti è siciliano? Be', in quel caso, davvero una bella botta di cu.. fortuna!
Con lui quindi abbiamo riscritto l'articolo, dandogli una seppur minimale dignità, con lui è stato portato avanti fra mille difficoltà, fra mille stop and go, segnato da immotivate espunzioni, ma senza tregua, senza mai perdere la fiducia nella legittimità delle nostre richieste e, sopratutto, nel valore di chi le stava portando avanti....
Una sentinella d'eccezione, per noi, "eccezioni alla regola". Fatti l'uno per gli altri, dunque!
Oltre due anni fa il voto al Senato sul d.d.l. di riforma forense: il nostro articolo era lì. Per la prima volta. Fin lì solo i giudici a colmare la latitanza del legislatore.
Ieri, 24 ottobre 2012, il voto favorevole alla Camera sull'art. 23 che ci riguarda (il film potrebbe essere "i sopravissuti delle Ande", cannibalizzati ma vivi).
L'On. Lo Presti ha svolto la dichiarazione di voto. Non era necessario, molti articoli sono stati votati senza dichiarazioni, ma lui ha voluto farla.
Al di là delle parole usate (che sotto "copio"), colpisce come egli, una volta preso l'impegno il 9 maggio 2009, ad oltre tre anni di distanza, nel giorno della votazione dell'articolo in parola (24 ottobre 2012), abbia voluto essere li a dichiarare, lui a nome nostro, per portare fino in fondo l'impegno preso.
...Se questo è un uomo..
Sembra una favola, di quelle a lieto fine, dove tutti ...."vissero felici e contenti".
In realtà è solo la prima "pietra miliare". Ora, amici, dobbiamo gettare le "altre miglia"!
Ecco allora il perchè di un grazie di cuore a lui da parte di tutta l'UNAEP, a cui aggiungo le associazioni federate di ANLUI (Associazione Legali Università Italiane) e FLEPAR (Federazione Legali Parastato), arogandomi il diritto di citarle.
Un grazie di cuore anche a tutti i Colleghi che sostengono convintamente UNAEP e che sopportano in particolare il Vice Presidente.......che davvero è une énfant terrible..
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SEDUTA MONTECITORIO DEL 24 OTTOBRE 2012 - ART 23
(stralcio)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’articolo 23. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, intervengo per una breve dichiarazione di voto. L’articolo 23 è una norma importante che stiamo per votare, ed è una norma fondamentale per la categoria degli avvocati degli enti pubblici. Essa stabilisce due principi fondamentali: riconosce autonomia e indipendenza agli avvocati degli enti pubblici e riconosce agli stessi un adeguato trattamento economico, che poi è il presupposto per l’autonomia e l’indipendenza. Questa norma rappresenta il doveroso e significativo riconoscimento del ruolo fondamentale che svolgono gli avvocati degli enti pubblici a presidio della legalità, a tutela della coerenza dell’azione amministrativa svolta dagli enti, ma soprattutto anche a tutela e a garanzia degli interessi del cittadino. Quindi, questa norma, voglio sottolinearlo, cari colleghi, è un’importante conquista per tutta l’avvocatura italiana e per tutta la civiltà giuridica italiana.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo 23. Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione. La Camera approva
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Aspettiamo, ora, che l'Aula voti il testo nel suo complesso...
Sperando che non passino altri 79 anni. E non per il "lungo" periodo da attendere, ma solo perchè un Lo Presti non capita "in tutte le dinastie"...
Una grande conquista per la pubblica avvocatura !
RispondiEliminaUn sincero ringraziamento all'On. Lo Presti per il grande sostegno che ha fornito a tutti noi.
Un ringraziamento molto speciale all'Avv. Trentini, Vice Presidente UNAEP anche per la tenacia e la perseveranza ...
Un ringraziamento al Presidente Dardo e a tutta l'UNAEP perché ci abbiamo creduto fino alla fine.