martedì 24 giugno 2014
Ora che siamo assimilati agli avvocati dello Stato in malam partem....
"La riforma della P.A."
(leggasi: la riforma in pejus di una sola categoria di lavoratori")
E' uscito il famigerato testo della norma che doveva riguardare solo l'Avvocatura dello Stato e invece, alla fine, gira che ti rigira, riguarda anche i soli 100-150 avvocati con qualifica dirigenziale degli enti territoriali, uniti in tale trattamento agli Avvocati dello Stato!
Becchi e bastonati, insomma!
Infatti:
- come gli Avvocati dello Stato, i pochissimi avvocati dirigenti degli enti territoriali percepiranno solo il 10% delle spese liquidate in sentenza = BECCHI
- diversamente dagli Avvocati dello Stato, tale 10% non si somma a stipendi elevati e stabiliti per legge, ma a stipendi bassi e stabiliti dalla contrattazione collettiva = BASTONATI
- diversamente dagli Avvocati dello Stato, i pochi avvocati con qualifica dirigenziale degli enti territoriali sono iscritti all'Elenco speciale annesso all'Albo, non hanno possibilità alcuna di doppi-tripli incarichi (vincolo assoluto di esclusività), ed hanno situazioni in Italia le più disparate = BECCHI E BASTONATI
Resta solo la speranza che i giudici del lavoro e la Corte Costituzionale colgano ciò che il legislatore non coglie: una disparità abnorme fra stato giuridico, contrattuale ed economico fra categorie che si vuole uniformare solo in malam partem.
E ai cittadini fanno credere che ci saranno risparmi?
Povera Italia, condannata a spendere milioni di euro in difese giudiziali che prima ne costavano poche migliaia!
E io pago.............
lunedì 16 giugno 2014
domenica 15 giugno 2014
Avvocatura pubblica: presidio della legalità mortificata
COMUNICATO CONGIUNTO
Per quanto il punto 35 della piattaforma della riforma della PA riguardi solo l’Avvocatura dello Stato – e questo insieme ad altri era l’oggetto della consultazione pubblica indetta dal Governo e da Funzione Pubblica - si stanno profilando provvedimenti normativi che riguarderebbero anche i nostri compensi professionali e quindi la nostra retribuzione complessiva.
A nostro avviso non si comprenderebbe un risparmio fatto sulla retribuzione dei soli Avvocati, mentre non è assolutamente chiaro cosa sarebbe previsto per le retribuzioni di altri dipendenti pubblici rientranti nella stessa fascia di retribuzione annua.
Vorremmo sapere se siano state almeno stilate delle “tabelle di comparazione” dei trattamenti economici e del costo delle varie figure e qualifiche di dipendenti pubblici.
Diversamente, prima della evidente illegittimità costituzionale e disparità di trattamento verrebbero in evidenza le anomalie di provvedimenti che svantaggiano uno specifico ruolo professionale che, peraltro, nel panorama della legalità e dell’anticorruzione si presenta in generale come quello più sano.
Ricorderete che in occasione dell’approvazione della legge di stabilità solo con un enorme sforzo delle Associazioni si è riusciti ad evitare il peggio.
Ebbene, la situazione è molto grave e c’è una pervicace intenzione di abrogare completamente il diritto alla corresponsione dei compensi professionali non solo degli Avvocati dello Stato, ma di tutti gli Avvocati pubblici. Stiamo continuando a cercare di veicolare esatte informazioni e chiarimenti in sinergia con le altre Associazioni vista la preoccupante confusione - non si comprende quanto effettiva - sulla reale struttura delle nostre retribuzioni e sui nostri compensi professionali.
Stiamo segnalando, per esempio, che gli Avvocati dipendenti pubblici solo con i compensi professionali (quindi con l’unico compenso effettivamente legato alla produttività ad oggi presente nel pubblico impiego) riescono a raggiungere una retribuzione mensile media equiparabile allo stipendio (per questi addirittura sostanzialmente fisso e ben poco di natura incentivante) di figure equipollenti sia per la comunanza
dell’area contrattuale, sia per l’entità della retribuzione complessiva annua, sia per la rilevanza e la
responsabilità di funzioni.
Solo per gli avvocati pubblici il reddito totale è limitato a quello derivante dal rapporto di lavoro con la P.A. - clausola di esclusività - mentre per tutti gli altri dipendenti pubblici il reddito può essere, e spesso lo è, incrementato da ulteriori incarichi ed attività di vario genere che, quindi, consentono aumenti di reddito personale, peraltro anche per lo svolgimento di attività che non sono di natura pubblica.
In conclusione: che messaggio è penalizzare chi lavora in esclusiva per la P.A.?
E' questo il modo per valorizzare l'integrità, la trasparenza, la legalità ed i percorsi di prevenzione e di anticorruzione nella P.A.? E' giusto che un avvocato dipendente pubblico, che ha un limite invalicabile di retribuzione legato all'obbligo di un solo ed esclusivo rapporto di lavoro, sia l'unica figura posta sotto decurtazioni retributive così drastiche? E' giusto che si ometta, invece, di intervenire su ben più significativi risparmi conseguibili da interventi di preclusioni o riduzioni dei corrispettivi a carico delle PP.AA. nei confronti di chi svolge doppi, tripli e multipli lavori ed incarichi con tutti gli evidenti problemi in termini di incompatibilità, inopportunità e conflitti di
interesse?
E' costituzionale che un'unica categoria di dipendenti venga afflitta da un multiplo sistema di riduzioni retributive (oltre ai tagli generali dei pubblici dipendenti, dei dirigenti pubblici, a cui si aggiungono per i soli avvocati pubblici i tagli introdotti dalla legge di stabilità per il 2014, ricordiamo l’onere introdotto dal comma 208 della Legge 266/2005 che storna a carico dell'avvocato dipendente pubblico anche i contributi sociali, normalmente posti a carico del datore di lavoro)?
Vi aggiorneremo su quanto sta accadendo.
Superfluo dire che ogni contributo è doveroso e gradito e raccomandiamo di raccordarsi con
l’Associazione onde evitare interventi incoerenti e per consentire il mantenimento di un filo logico
con le azioni ed iniziative passate e fino ad oggi recepite dagli organi di Governo e parlamentari.
Anche perché riteniamo di avere tutte le ragioni per agire in tutte le sedi competenti, non escluso quello del versante dei veri risparmi e dei mancati tagli agli sprechi. Invece un migliore apporto dell’Avvocatura pubblica potrebbe non solo produrre significativi risparmi nei costi di
bilancio degli Enti pubblici per incarichi e consulenze esterne, ma anche rafforzare l’impianto anti
corruzione per le garanzie di trasparenza, legalità ed integrità della Pubblica Amministrazione.
Roma-Bologna, 12 giugno 2014
FLEPAR INAIL Avv. Tiziana Cignarelli
UNAEP avv. Antonella Trentini
FLEPAR INPS Avv. Lelio Maritato
FLEPAR EX INPDAP avv. Piera MessinaI
giovedì 12 giugno 2014
Seminario Segreto professionale per l'avvocato-13 giugno 2014
Domani, 13 giugno 2014, convegno/seminario formativo su:
IL SEGRETO PROFESSIONALE PER L'AVVOCATO. IL CASO DELL'AVVOCATO DIPENDENTE: OBBLIGATORIETA' O DISCREZIONALITA'?
(3 crediti deontologici)
L'evento formativo si svolgerà presso la Sala Bolognini del Centro San Domenico
(http://www.centrosandomenico.it/centro-san-domenico)
La basilica di san Domenico, costruita a partire dalla prima metà del secolo XIII, subì nel tempo varie aggiunte e rimaneggiamenti nei secoli XIV e XVIII.
L'aspetto barocco attuale degli interni si deve a Carlo Dotti.
Al suo interno custodisce le spoglie del Santo e la "misurazione del tempo".
Infatti, vi si trova un interessante strumento per la misura del tempo all'interno del transetto laterale destro, ove vi è un curioso quadrante di orologio con affissione a 6 ore.
Si tratta della cosidetta "ora ecclesiastica" che scandiva il tempo delle funzioni e degli altri riti; in pratica la giornata viene divisa in quattro periodi di 6 ore ciascuno: il primo va dall'alba al mezzodì, il secondo dal mezzogiorno fino al vespro, il terzo dal tramonto alla mezzanotte e, il quarto, dalla mezzanotte all'alba successiva.
Infatti, vi si trova un interessante strumento per la misura del tempo all'interno del transetto laterale destro, ove vi è un curioso quadrante di orologio con affissione a 6 ore.
Si tratta della cosidetta "ora ecclesiastica" che scandiva il tempo delle funzioni e degli altri riti; in pratica la giornata viene divisa in quattro periodi di 6 ore ciascuno: il primo va dall'alba al mezzodì, il secondo dal mezzogiorno fino al vespro, il terzo dal tramonto alla mezzanotte e, il quarto, dalla mezzanotte all'alba successiva.
Il Centro San Domenico è nato nel 1970 a Bologna per iniziativa del fondatore fra' Michele Casali, in accordo con i Padri Domenicani e con alcuni protagonisti della cultura cittadina. Si tratta di un'associazione culturale cattolica senza fini di lucro, che attraverso conferenze, dibattiti, convegni, seminari e altre forme di comunicazione culturale, si propone di diffondere i principi della fede cattolica e di affrontare problematiche etiche, filosofiche, religiose, artistiche e d'attualità. Il Centro, che nasce da un'esperienza di natura pastorale, non è mai stato - né potrebbe diventarlo senza modifica statutaria - una scuola di cultura religiosa e, meno ancora, una cattedra di teologia. Si riconosce invece nelle parole che Papa Giovanni Paolo II ebbe a dire, nel decimo anno dalla fondazione:
"Una provvida istituzione culturale, presenza viva e testimonianza cristiana nella città e nella diocesi di Bologna, lodevolmente disponibile anche all'ascolto di altre voci, in uno spirito di dialogo collettivo."
Il Centro San Domenico ha proposto, infatti, fin dalle sue origini, un continuo confronto tra le idee, nel massimo rispetto delle opinioni differenti e nella costante ricerca di ciò che unisce anziché di quanto divide. Ricerca che non si è mai risolta in giudizio, compromesso o in un appiattimento sulle posizioni dominanti.
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