Sul quotidiano Libero di ieri, 21/01/2014, è comparso questo articolo privo di firma (e già questa E' una firma....), infarcito di dati non veritieri e approssimativi.
In questo modo, però, non si fa informazione, ma disinformazione; non si dipinge correttamente una situazione, ma la si sfuma come i nebbiosi paesaggi di Norma Mascellani, o la si rende priva di elementi e semplicistica come l'arte Naif.
In un caso e nell'altro si offende il lavoro di professionisti che, silenziosamente come deontologia richiede, lavorano dalle 8 del mattino alle 8 di sera, con appartenenza e compentenza, per CONSENTIRE AL PROPRIO ENTE DI VINCERE LE CAUSE (percentuale dell'87% di vittorie), CON ENORMI RISPARMI DI SPESA COME CERTIFICATO DALLE CORTI DEI CONTI, con orientamento costante.
La questione vera è: quanto costerebbero quasi 6.000 cause se affidate all'esterno?
Questa è la domanda. E di questo chi ha scritto e inviato l'articolo a Libero non ha fatto cenno, tantomeno offerto risposta.
Tutto il resto è populismo, demagogia e offesa al lavoro.
E demotiva lavoratori che, a differenza dei politici, svolgono la loro professione con passione, hanno superato concorsi - a volte molto duri e selettivi - per occupare il posto che occupano.
A differenza dei politici, ciò che guadagnano è ampiamente e faticosamente sudato!Vorrei descrivere il "senso" del “perché” un’Avvocatura interna, autonoma ed indipendente, a cui assegnare un "adeguato compenso" (art. 23, L. 247/2012).
In proposito, proprio l’Avvocatura degli Enti Locali ha formato oggetto di una specifica analisi da parte di tre «saggi» (i proff. Cassese, amministrativista di Roma, Pizzorno, sociologo, e Arcidiacono, costituzionalista di questa illustre Università di Catania), chiamati a comporre il c.d. “Comitato di studio sulla prevenzione della corruzione”, istituito dal Presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante, con decreto n. 211 del 30.9.1996.
Il Rapporto che i tre professori hanno redatto sul tema (rammento che si usciva dalla palude lasciata da quel fenomeno patologico noto col nome di «Tangentopoli») è emblematico: «una delle ragioni principali della corruzione è la debolezza dell’Amministrazione, data dall’assenza o dall’insufficienza dei ruoli professionali. Essa costringe le Amministrazioni ad affidarsi a soggetti esterni per tutte le attività che riguardano l’opera di specialisti. Il rimedio ipotizzabile è che i professionisti dipendenti iscritti agli albi vanno organizzati in corpi separati, con uno stato giuridico ed un trattamento economico che consentano di attrarre personale di preparazione adeguata. Non ci si deve illudere di poter acquisire le professionalità necessarie, se non si è poi disposti a pagare il loro prezzo, né che la corruzione abbia termine, finchè le Amministrazioni non abbiano superato questa loro debolezza».
INFATTI... Mai c'è stato un avvocato pubblico inquisito. Noi siamo puliti! E, soprattutto, godiamo di lusinghieri giudizi da parte della magistratura! SAPPIATELO
CHIEDO ALLORA: C'E' QUALCUNO IN ITALIA CHE CREDA CHE LA CORRUZIONE HA AVUTO TERMINE? TUTTI I RAPPORTI DICONO IL CONTRARIO....
EBBENE, SE QUESTO E' IL TRATTAMENTO VERSO COLORO CHE DEVONO FAR SI' CHE LA P.A. SIA IMPERMEABILE ALLE TENTAZIONI, POVERA ITALIA!!!!
Forse qualcuno vuole proprio questo.....
D'altra parte, la crescita degli enti, le riforme federaliste iniziate invero sin dalla modifica del Titolo V della Costituzione, la complessità dei compiti istituzionali affidati agli enti stessi, la rilevanza degli interessi, l’insostenibilità dei costi delle prestazioni professionali necessarie in via continuativa e non sporadica, la necessità inderogabile di contenimento della spesa pubblica, costituiscono alcune delle principali ragioni per le quali è quanto mai attuale e insostituibile l’assistenza legale specialistica negli affari pubblici.
Se si pensa alla quotidiana collaborazione fra le “parti” che operano a presidio dell’amministrazione della legalità e della giustizia (cioè giudici, avvocati del libero foro e avvocati pubblici), ecco che allora divengono elementi di grande importanza la costante presenza e disponibilità degli avvocati, la loro specializzazione, la loro “vicinanza al fatto”, i loro sforzi per la ricerca della “qualità amministrativa” dei provvedimenti posti in essere dagli enti, il tutto per il perseguimento del pubblico interesse e non il semplice interesse del proprio cliente; si pensi allo sforzo per evitare le difese ad oltranza, quando non giustificate, certamente non rispettose dell'interesse pubblico e della buona amministrazione, e il miglior utilizzo dei vari istituti deflattivi del contenzioso, quali l’autotutela, laddove possibile. Se manca autonomia decisionale ed indipendenza dalla politica e dall’amministrazione, tutto ciò rischia di essere vanificato.
PERCHE' QUESTE COSE NON SI DICONO!
Non possiamo e non vogliamo essere considerati meri “impiegati” dal nostro “cliente”, che è anche il datore di lavoro. Perchè noi, quel cliente, lo difendiamo a spada tratta quando ha ragione; lo consigliamo di accogliere le istanze del cittadino quando ha torto!
Nessuna vita da "pubblico dipendente", dunque. Si viene al lavoro ammalati e sotto antibiotico, si va in udienza afoni e febbricitanti... Quali “agi” e quale “comoda vita irresponsabile” del “dipendente avvocato”?
Desidero si sappia che all’indomani del sisma dell’Aquila, i colleghi avvocati del Comune erano al lavoro, sotto le tende, per preparare le costituizioni e rispettare i termini per le sospensive al TAR di qualche giorno dopo, per il loro Comune gravemente offeso! ....ancora non vi era il decreto legge che disponeva la dilazione dei termini....
Desidero si sappia che a Milano in quel terribile 18 aprile 2002, nel disastro aereo che colpì il Palazzo della Regione, chi rimase ucciso furono due colleghe avvocato, per il sol fatto che all’ora del disastro , oltre il normale orario di servizio degli altri dipendenti, erano ancora al loro posto di lavoro!
Questo è il nostro senso del dovere. Questa è la nostra professionalità!
E’ bene conoscere queste cose per correttamente valutare. Altrimenti si parla del nulla...come purtroppo è accaduto!
In questa accezione l’Avvocatura pubblica vuole porsi: quale elemento specializzato, di “cerniera” fra i diversi protagonisti dell’azione amministrativa, dalla sua genesi al suo epilogo, seria e leale.
Ecco allora che si deve dare atto del vero ruolo dell’Avvocatura degli enti locali: il ruolo affidabile di baluardo della legittimità o, ancor di più, di nemica di chi attenta alla corruzione della P.A.
Desideriamo essere coloro che impediscono all’Amministrazione di esser più debole di quanto già non lo sia, di rendersi il più possibile impermeabile alle tentazioni di malaffare, contribuendo umilmente, quotidianamente, ma con professionalità, tenacia e dedizione al miglioramento della giustizia.
CHI NON VUOLE QUESTO, E' RIMASTO AGLI ANNI NOVANTA!
Crediamo, quindi, che non si faccia l’avvocato perché non si sa cosa altro fare. Si sceglie. Quando io ho scelto di essere un avvocato l’ho fatto con passione, con motivazione, e l’ho concretizzata quando ho prestato -convinta- il giuramento, diversi anni or sono, la cui formula periodicamente ripeto, dalla quale non prescindo, e che anche oggi voglio, ad alta voce, ricordare a me stessa:
<<Giuro di adempiere ai miei doveri professionali con lealtà, onore e diligenza, per i fini della Giustizia e per gli interessi superiori della Nazione>>.
Io, caro LIBERO, ancora oggi, e ancora una volta, sono qui, al servizio dell’Avvocatura e dei miei Colleghi -dipendenti del mio ente, avvocati del libero foro e magistrati-, cui desidero dimostrare di esserci e di svolgere la mia funzione con serietà ed impegno.
Dignità, lealtà, decoro, per me non sono solo parole da pronunziare per abbellire l’argomento di conversazione: sono VALORI nei quali credo e che tengo da sempre come esempi del buon vivere. Valori che evidentemente a molti mancano.... questi aggiungo il rispetto: a chiunque lo concedo e, ugualmente, da chiunque lo pretendo, senza sconto.
Nella vita e nella professione.
E' RISPETTO della dignità del lavoratore e dell'essere umano RETRIBUIRE il lavoro che viene svolto...
Ecco perchè è stata fatta la causa: dal 2007 non venivano corrisposti i compensi previsti da CCNL, dalla legge forense e, ora, dalla Legge di Stabilità 2014!
ORA, CARO LIBERO, DAI L'INFORMAZIONE....MA DALLA CORRETTA
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