lunedì 24 dicembre 2012

AUGURI ...

ART. 23 - Avvocati degli enti pubblici


-Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici-
Atto costitutivo per notaio Dobici Bertone del 6.10.71 rep. 718018.Cod.fisc.96111300586
Organismo sindacale rappresentativo di categoria. Riconoscimento del Min. Lavoro n.14399/88


Care Colleghe e cari Colleghi,

è con immenso orgoglio e soddisfazione che annunciamo l’approvazione della riforma forense, nella quale, per la prima volta, vi è inserito un articolo a noi dedicato, l'art. 23 rubricato “Avvocati degli enti pubblici”.

Questo il testo ufficiale e definitivo, così che ognuno ne sia a conoscenza:

ART. 23.
(Avvocati degli enti pubblici).
1. Fatti salvi i diritti acquisiti alla data di entrata in vigore della presente legge, gli avvocati degli uffici legali specificamente istituiti presso gli enti pubblici, anche se trasformati in persone giuridiche di diritto privato, sino a quando siano partecipati prevalentemente da enti pubblici, ai quali venga assicurata la piena indipendenza ed autonomia nella trattazione esclusiva e stabile degli affari legali dell’ente ed un trattamento economico adeguato alla funzione professionale svolta, sono iscritti in un elenco speciale annesso all’albo. L’iscrizione nell’elenco è obbligatoria per compiere le prestazioni indicate nell’articolo 2. Nel contratto di lavoro è garantita l’autonomia e l’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica dell’avvocato.

2. Per l’iscrizione nell’elenco gli interessati presentano la deliberazione dell’ente dalla quale risulti la stabile costituzione di un ufficio legale con specifica attribuzione della trattazione degli affari legali dell’ente stesso e l’appartenenza a tale ufficio del professionista incaricato in forma esclusiva di tali funzioni; la responsabilità dell’ufficio è affidata ad un avvocato iscritto nell’elenco speciale che esercita i suoi poteri in conformità con i princìpi della legge professionale.

3. Gli avvocati iscritti nell’elenco sono sottoposti al potere disciplinare del consiglio dell’ordine.

Sottolineati vi sono i capisaldi della nostra componente, a partire dai quali occorrerà costruire il ruolo avvocati e la contrattazione separata.
L’Avvocatura pubblica, ora che ha centrato il primo degli obiettivi che si è posta, dovrà perseguire i successivi traguardi necessari a conservare i valori della tradizione e delle funzioni svolte. E' necessario ora più che mai aderire ad UNAEP per non togliere la possibilità a tutti di poter negoziare il ruolo separato e la contrattazione specifica.

Esprimiamo inoltre il più vivo ringraziamento ai parlamentari che ci hanno aiutato, chi più chi meno, nei limiti delle rispettive competenze e possibilità. In particolare, l'on. avv. Nino Lo Presti, il Presidente sen. Filippo Berselli, l'on. Roberto Cassinelli, il sen. Luigi Li Gotti, l'on. Mario Cavallaro, con i quali abbiamo intrattenuto rapporti, appartenenti ad entrambi i rami del Parlamento e a diversi schieramenti.

Un grazie di cuore anche a tutti i Colleghi che ci hanno seguito, sostenuto ed hanno avuto fiducia in noi, partecipando sempre e in grande numero alle iniziative promosse.

L’augurio è che il nuovo anno veda gettare le basi per una crescita e un nuovo ruolo della pubblica Avvocatura.

venerdì 21 dicembre 2012

Dalla legge Cincia alla legge del 21.12.12..Quando un palindromo rende felice l'Avvocatura

Il prevedere terribili sventure non ha mai portato grandi frutti. Cassandra docet al riguardo!
Al contrario, diceva il bravissimo Tonino Guerra, "l'ottimismo è il sale della vita".

U.N.A.E.P. ci ha creduto fino all'ultimo.
Il Vice Presidente, nella mail d'auguri inviata all'intera componente pubblica, ha esortato a crederci.
Ha ricordato che il fatalismo sommato all'ottimismo, anche quando non raggiunge l'obiettivo, serve comunque a stare bene!
Ha ricordato che le cose vanno come devono andare ed agitarsi non serve a nulla.

E oggi, venerdì 21.12.12, data particolarmente evocativa in quanto "palindroma", il Senato ha approvato la riforma forense con legge ordinaria dello Stato, confermando la lieson che lega tutte le Cassandre dalla mitologia greca ad oggi: il boomerang della ...sfiga!
Il ministro Severino per prima, che di professione dovrebbe fare l'avvocato, aveva appena dichiarato che "il nuovo ordinamento forense non era una priorità" (così il Sole 24 Ore di oggi a pag. 25)....
Non discuto della pessima figura che la persona in sè ha fatto, né della figura fatta come ministro. Mi indigna, invece, che questa persona sia una "collega".

Le altre Cassandre sono i vari giornalisti di cui già ho detto, di cui uno difeso da Ichino, anch'egli "professione avvocato", per i quali vale il detto che "un bel tacer non fu mai scritto". E per chi dello scrivere fa il proprio mestiere......vale l'insegnamento di mio nonno, il quale sosteneva che per parlare bisogna sapere cosa dire e per sapere cosa dire occorre conoscere ciò di cui si parla. Altrimenti meglio tacere.
....Ma non fu mai scritto........

Ora però è il momento della soddisfazione, il momento del costruire e non certo di curarsi di loro. Non c'è tempo... Passiamo avanti!

L'unica fra le professioni che riveste un rango costituzionale, che esiste da quando esiste il mondo, non poteva essere disciplinata da un regolamento governativo, come avrebbe voluto la signora-7-milioni-di-euro!

Ma come si fa??
Rammento che già ai tempi dell'antica Roma gli avvocati esistevano e lavoravano (al pari dei magistrati e medici). Oggi invece si vogliono regolare per legge ordinaria le professioni non ordinistiche e per regolamento l'unica professione costituzionalizzata?
Nulla in contrario a che le non ordinistiche abbiano una legge, per carità, ma non puà non averla l'Avvocatura.

Chi ha qualche reminiscenza di studio classico, rammenterà le raccolte di leggi di Publio Scevola, di Cicerone, i codici di Giustiniano, che la Severino dovrebbe ricordare essere la base di tutto il diritto moderno.
La professione forense era molto in vista, per il clima infuocato che già allora si respirava nei tribunali; gli stessi giovani (quelli che oggi definiamo "praticanti"), venivano condotti prestissimo in tribunale allo scopo di imparare l’eloquenza dei principi del foro.
Ma ci ricordiamo di Catone il Censore?
Proprio grazie alla sua espertissima eloquenza riuscì sempre a salvarsi dalle accuse che gli erano rivolte. Non solo. E Giulio Cesare? Non si impose forse all’attenzione dei politici quando, appena ventenne, arringò contro l'aristocratico Gneo Cornelio Dolabella accusato di concussione? E Cicerone?
Ebbene, sin da allora l’avvocatura era considerata un’alta funzione civile, e l’assistenza forense era sancita dalla legge Cincia del 204 a.C.

Dobbiamo allora essere orgogliosi di appartenere all'Ordine che fu di Catone, di Cesare e di Cicerone.

Anche oggi la libertà dei cittadini -economica, fisica, amministrativa- è nelle mani degli avvocati, la cui corretta difesa deve poter contare su solide basi normative e solide garanzie.

Dobbiamo allora essere contenti che nel XXI Secolo si sia giunti ad una riforma dell'avvocatura le cui regole erano ferme tra la prima e la seconda guerra mondiale!

Come dire ...dalla legge Cincia alla legge Palindroma!

lunedì 17 dicembre 2012

Rifroma forense: ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare...

Ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare:
o stai bene o stai male.
Se stai bene non ti devi preoccupare.
Ma se stai male,
ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare:
o guarisci o muori.
Se guarisci non ti devi preoccupare.
Ma se muori,
ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare:
o vai in paradiso o vai all'inferno.
Se vai in paradiso non ti devi preoccupare.
Ma se vai all'inferno,
ti ritrovi tanto preso a salutare gli amici
che non hai neanche il tempo di preoccuparti.
Non ti preoccupare.
(Anonimo)
E' sorprendente leggere sui quotidiani quanti sono "preoccupati" per l'imminente (sembra) varo del riordino dell'Avvocatura.

E' sorprendente soprattutto vedere che i più "preoccupati" sono ... i giornalisti che scrivono, i quali, come i bambini, fanno "ohhhh", che scandalo...
Che scandalo che insieme alla legge di stabilità il Senato si preoccupi solo di licenziare la riforma forense ..con tutto ciò che c'è da fare!!!!
E allora, perchè molte riforme "non volute" (soppressione province docet..) moriranno con la legislatura, che facciamo? non approviamo neppure quella, muoia la riforma-Sansone con tutti gli altri disegni-Filistei!
Dico io..che cose!
Con tutto ciò che c'è da fare e che salterà a causa della "crisi" di governo ...annunciata, perchè buttare a mare anche la riforma forense, alla quale manca solo il voto finale dell'Aula del Senato?
Eppure, tra spread, Monti sì, Monti no, Bersani vince, Berlusconi torna, il centro va a sinistra, oppure si ferma a Eboli....ciò che tiene banco da giorni è il "serissimo problema" della riforma forense che verrà approvata ("Avvocati riforma più vicina"; "Una riforma gattopardesca""..Così cambia l'avvocatura", ecc.).

Il pezzo più pregiato, però, è quello di Gianantonio Stella.
Egli, definendo i praticanti "ragazzi-spazzola", ne ha fatto un pezzo pieno di inesattezze condite con un filo di livore ed una spruzzatina di veleno.
Su questo pezzo il presidente del CNF, Alpa, ha reagito duro e, il sen. Ichino -vittima di bocciatura di emendamenti- ha replicato schiumante, additando come ...."avvocati" il Presidente del Senato Schifani e il Presidente della Commissione Giustizia Berselli. Che grave insulto...avvocati!
Scusi, Ichino, ma lei non è avvocato? Ca va sans dire...

Questa la tesi di Stella (riduco all'osso): poiché in parlamento ci sono un alto numero di avvocati, la riforma forense è l'unica fra i tanti disegni di legge che vedrà la luce.., non importa se i praticanti dovranno lavorare gratis per legge (sostiene Stella), o per sostenere l'esame di abilitazione non potranno più usare codici commentati, l'imperativo è approvare la legge.

Al riguardo vorrei compiere alcune riflessioni.

La prima.
Non è vero che i praticanti dovranno lavorare "gratis per legge".
E' vero il contrario. Se per legge fosse stato stabilito l'obbligo del compenso, nessun avvocato -eccetto qualche grosso studio, come quello di Ichino, probabilmente- prenderebbe più praticanti, con buona pace per la preparazione tecnica dei nostri giovani.
Invece, stabilendo che «decorso il primo semestre, possono essere riconosciuti con apposito contratto al praticante avvocato un’indennità o un compenso per l’attività svolta per conto dello studio, commisurati all’effettivo apporto professionale dato nell’esercizio delle prestazioni e tenuto altresì conto dell’utilizzo dei servizi e delle strutture dello studio da parte del praticante avvocato» (comma 11 dell’articolo 41), si dà la possibilità ai giovani di trovare spazio all'interno degli studi professionali per svolgere la loro prescritta pratica e di essere compensati per l'attività svolta.
Anche il "decorso il primo semestre" ha una sua logica: nessuno vieta di retribuire un giovane dal primo giorno in cui mette piede nello studio, ma si converrà che all'inizio deve apprendere ogni cosa e non apporta utilità immediata allo studio, utilità che, se ben seguito dall'avvocato cui fa riferimento, aumenta via via nel tempo, al fine di preparare il giovane praticante a diventare un giovane collega.
Siamo passati tutti attraverso la pratica e, a mia memoria, i praticanti pagati erano mosche bianche quando il lavoro era tanto e la gente pagava...

La seconda.
E' inutile far tanto strepito sull'eliminazione dei codici commentati. Vorrei rammentare che chi ha fatto l'esame negli anni in cui lo feci io (1988/1989) e da lì a ritroso, poteva utilizzare solo testi NON commentati. Eppure siamo qui. Siamo diventati avvocati, superando l'esame così come, chi studia ed ha svolto una proficua pratica, supererà!
Vero è che nella mia sessione di esami, al nord, la percentuale degli ammessi all'orale fu del 7%.
Oggi la percentuale è del 70%..
Mi sono persa qualcosa? All'inizio degli anni '90 eravamo tutti imbecilli ed oggi tutti intelligentissimi?
O le commissioni d'esame, anche se sorteggiate, estratte, vinte..., hanno maglie più larghe?

E' necessario ricordare che gli avvocati in Italia sono 247.000, i cassazionisti sono un numero esageratissimo (mi pare circa 90.000, ma non vorrei sbagliare e certamente per difetto), ed ogni anno vengono immessi 30.000 nuovi avvocati.
Che vogliamo fare?

La terza.
Nessuno ne parla mai, ma è la prima volta che vengono normati gli "avvocati degli enti pubblici".
Anche qui: vogliamo prendere atto di questa realtà o vogliamo fare finta di nulla?
Vogliamo riconoscere che questi colleghi, gli avvocati pubblici, sono l'essenza della specializzazione?
Vogliamo capire che tutti i rapporti stilati da fior fiore di Commissioni parlamentari hanno detto a chiare lettere che l'esistenza dei professionisti legali all'interno della Pubblica amministrazione  rende più impermeabile la P.A. stessa al malaffare ed alla corruzione? Che la Corte dei Conti ha sancito che le pubbliche avvocature costituiscono risparmi di spesa notevoli nei bilanci delle P.A. che concorrono a formare il bilancio dello Stato?

Ohhhhhh! Ma vi fa schifo tutto cio?

Pietro Ichino, rispondi!
Gian Antonio Stella, rispondi!

Intanto la realtà è questa, "non preoccupatevi":
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SENATO: Calendario dei lavori dell'Assemblea

Lunedì 17 dicembre (11.30) - Martedì 18 dicembre (9.30-14) - (16-21) - Mercoledì 19 dicembre (9.30)

  • Ddl nn. 3584 e 3585 - Legge di stabilità e Legge di bilancio (Approvati dalla Camera dei deputati) (Votazioni finali con la presenza del numero legale)
  • Ddl nn. 601-711-1171-1198-B - Riforma forense (Approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati)
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......e speriamo che Babbo Natale abbia ritrovato dopo 79 anni la riforma in qualche suo cassetto e ce la porti sotto l'albero!

...Ci sono solo due cose di cui preoccuparsi. Una di queste NON è che la riforma passi...

venerdì 14 dicembre 2012

Regalare un Convegno è veramente poca cosa per un grande uomo...

Il 1° dicembre scorso si è svolto a Milano un importante Convegno sull'Avvocatura e, più in specifico, sull'Avvocatura pubblica.
Sapevamo che sarebbe stata una occasione di grande partecipazione, numerica e di personalità.
Ecco allora l'idea.
Il Convegno doveva avere un obiettivo più sottile, dapprima nascosto, poi emerso con tutto il suo "meraviglioso fragore": celebrare il valore di un solo uomo. Vir bonus dicendi peritus.

E abbiamo scelto di farlo con immagini, parole e gesti.
Nulla è stato di troppo. Semmai il rammarico è che sia stato troppo poco.

Di seguito il discorso di ringraziamento tenuto dal Vice Presidente UNAEP (Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici) in quella splendida ed affollata cornice.

"E’ un onore ed un piacere ancora oggi, ancora una volta, avere tra noi, con noi, l'onorevole Nino Lo Presti.
L'amico Nino. Il Collega Nino.
Mi scuserete se oggi, per la prima volta, devo leggere. Ma pensando a quello che avrei dovuto dire a nome di tanti Colleghi, mi sono sentita investita di un compito gravoso: quello di esprimere, a parole, il privilegio di aver collaborato strettamente con Nino -o forse è più preciso dire di averlo strettamente “stressato”, “incalzato”, “assillato”- per farlo interessare a noi.
Ringraziarlo pubblicamente, in questa sede, di fronte anche ai moltissimi colleghi del libero foro, è un onore ancora più grande, perchè consente di andare in controtendenza rispetto al diffuso senso di antipolitica, e quindi dimostrare che non tutti sono uguali. Che le persone serie e responsabili ci sono ancora. Ed è bello che si sappia.
Come si esprime a parole la riconoscenza?
Come si trasmette l'orgoglio di aver conosciuto una persona speciale senza rischiare di cadere nel banale?
Soprattutto in un periodo storico ove ci si esprime solo con freddi tweet o sms, che si sostituiscono alla parola. Ove le inclinazioni della voce e le emozioni non traspaiono. E allora siamo disabituati ad esprimere i sentimenti l'un l'altro. In un crescendo di indifferenza e povertà.
E' un periodo povero, dunque, in tutti i sensi, anche povero di valori come la riconoscenza, l'affetto, oramai in disuso per tutti. Noi però vogliamo essere diversi. Noi vogliamo esprimerli i sentimenti, la riconoscenza. A voce. Magari rotta, ma sincera.
Per noi, componente pubblica dell'Avvocatura, Nino è più di un amico. E' stato una guida nella giungla del Parlamento, in cui ci ha condotti quasi per mano, dopo aver compreso le nostre battaglie, animato dalla stessa curiosità che ha pervaso noi. Curiosità che denota intelligenza non comune.
Nelle molte occasioni di dialogo e di confronto abbiamo sempre avvertito in lui l'istinto, che non tutti hanno, di aiutare, di aiutarci, per la passione di farlo, verso un obiettivo che evidentemente ha sentito suo.
Nino ha colto le sfumature delle nostre peculiarità, ma allo stesso tempo le ha filtrate attraverso la propria esperienza, fra ciò che era utile e ciò che poteva essere a noi dannoso. Questo filtro, sapiente, ha portato a centrare l'obiettivo.

Non sappiamo se la riforma forense verrà approvata. Quel che è certo è che Nino ha seguito l'art. 23 che ci riguarda dall'inizio alla dichiarazione di voto finale.

Non so che altro dire, vorrei che non ci abbandonasse ora, ora che è chiamato ad un ruolo diverso. Non meno importante, ma diverso.

Ora che è il neo Presidente onorario, con lui speriamo di incrociare ancora le nostre strade.

Nino, ti siamo grati. L'UNAEP ti è grata.

E ti auguriamo con tutto il cuore ogni bene per la tua futura esperienza.".