martedì 25 settembre 2012

La bella addormentata nel bosco ...forse si sveglia! Rectius: la calendarizzazione alla Camera della riforma forense

La Bella Addormentata nel bosco...(rectius: la Camera dei Deputati) si è risvegliata...Chi le avrà dato il bacio?
Fra gli ultimi argomenti calendarizzati nella giornata odierna, per la precisione il n. 7 -che dunque non verrà trattato- vi è il seguito della discussione della proposta di legge concernente la nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense, che nel frattempo più che "nuova" sta diventando vecchia a sua volta...
Vediamo questi lavoratori folli dei deputati, nostri dipendenti, cosa riusciranno a produrre..poiché quando vogliono in due giorni fanno qualsiasi cosa.
Aspettiamo...e fra qualche mese anche noi produrremo..

Questo l'ordine dei lavori odierno, con ininio 12,30...... Auguri a tutti noi


7. Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 601-711-1171-1198 – D’iniziativa dei senatori: GIULIANO; CASSON ed altri; BIANCHI ed altri; MUGNAI: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense (Approvata, in un testo unificato, dal Senato).(C. 3900-A) (vedi fascicoli di seduta stampati) e delle abbinate proposte di legge: CONTENTO; PECORELLA; CAVALLARO; CAPANO ed altri; BARBIERI; MANTINI ed altri; FRASSINETTI ed altri; CASSINELLI ed altri; MONAI; RAZZI ed altri; CAVALLARO ed altri. (C. 420-1004-1447-1494-1545-1837-2246-2419-2512-4505-4614)
Relatore: Cassinelli.

martedì 18 settembre 2012

Riforma forense: un gran bel modo per far finta che tutto cambi perchè nulla cambi!

Donatella Ferranti, deputato del PD e capogruppo in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha sostenuto “Ce la metteremo tutta per approvare la riforma forense. Ma il testo cambierà”.

Poco male se il problema fosse solo che il testo cambierà...

Dal 1933 ad oggi il mondo è cambiato, il contagiri di ogni professione viaggia accelerato tra twitter, facebook, blog, ecc., in Europa l'Avvocatura possiede leggi datate al massimo un ventennio, e noi? ...Noi, il Paese con 240.000 avvocati ed un esercito di Cassazionisti che neppure l'intera Europa riesce a mettere insieme, noi abbiamo un corpo normativo più vecchio della vecchia Carta costituzionale, che neppure regolamenta la pubblica avvocatura, che manco sa cos'è la PEC o la notifica via fax....!

Allora il problema non è che il ddl venga modificato. Il problema è ben altro, e la Ferranti lo sa bene. Il tema è sempre lo stesso, e vale per la riforma forense, come ad esempio, per la legge elettorale o il taglio dei vitalizi o altro ancora: fare bella figura con poco!

Infatti, presi singolarmente i parlamentari sono sempre disposti e disponibili a fare tutto e il contrario di tutto. Solo che quando si tratta di "stringere" ognuno inizia con i "distinguo".

Venedo al caso di specie, il tema non è se la legge cambierà. Il tema è che -ammesso e non concesso che venga nuovamente calendarizzata in aula (al momento il ddl è scomparso dai ...radar..)- se il testo in aula cambierà, la riforma dovrà necessariamente tornare in Senato, che già l'aveva licenziata.

Pertanto, sperticarsi a voler far bella figura dicendo che si tenterà in ogni modo di approvare il ddl di riforma forense ...ma modificato, è un gran bel modo per far finta che tutto cambi perchè nulla cambi!

Questa, comunque, la dichiarazione della Ferranti ripresa dal CNF.


"17/09/2012 -    Donatella Ferranti, capogruppo Pd nella commissione giustizia della Camera, in questa intervista richiama il Governo alla mediazione.
“Ci aspettiamo che il Governo partecipi attivamente alla discussione degli emendamenti e dia il suo contributo fattivo per individuare soluzioni di mediazione. L’assenso condizionato alla legislativa è ormai in fatto superato rispetto alla prospettiva finale che è quella di approvare una riforma organica dell’ordinamento forense in questa legislatura”.
Usa toni distensivi Donatella Ferranti, capogruppo Pd in commissione giustizia alla camera, che sarà componente di quel comitato dei nove che in aula dal 25 settembre si occuperà di verificare tutti gli emendamenti che i gruppi presenteranno alla riforma. “E che cercherà di trovare utili mediazioni”, spiega la Ferranti. Perché anche il Pd ha i suoi emendamenti…
Domanda. L’Avvocatura chiede a gran voce questa riforma. La camera l’approverà la prossima settimana?
Risposta. Ce la metteremo tutta. Ma il testo cambierà. Per quanto riguarda il Pd, il testo in aula non può essere quello finale. E vorrei sgombrare il campo da possibili equivoci: il testo sarebbe cambiato anche in legislativa. Certo, la discussione in aula è più complessa. Ma ora bisogna puntare al risultato finale.
Domanda. Però anche il Governo dovrà mediare…
Risposta. Certo, anche il Governo.
Domanda. Secondo il Pd come dovrebbe cambiare il testo?
Risposta. Per quanto ci riguarda, proporremo di circoscrive la riserva, che deve rimanere, ma alla consulenza connessa alle attività tipiche dell’avvocato: assistenza e difesa in giudizio. Occorre anche rivedere tutto il sistema proposto per il mantenimento della iscrizione all’albo. Occorre rivedere anche il nodo specializzazioni, capire se la previsione attuale sia sufficiente o se non è necessario affiancare procedimenti più efficaci per l'acquisizione del titolo. Ma porremo anche la questione dell’accesso: riteniamo infatti che oltre e meglio del principio di effettività, la qualificazione della professione passi da un sistema di accesso che sia effettivamente selettivo.
Domanda. Ne avete presentati molti altri…..
Risposta. Domani abbiamo un incontro proprio per verificare l’attualità di quelli già presentati. Verificheremo quali confermare
".

venerdì 14 settembre 2012

RIFORMA PROFESSIONE FORENSE: il Cnf ricorre al Tar: decreti illegittimi

Finalmente una bella notizia!
Il CNF annuncia che i decreti vituperati verranno impugnati al TAR!!

Certamente per gli avvocati tutti, i decreti sulle "professioni" e sui "parametri" hanno peggiorato (e complicato) lo svolgimento di funzioni di rilievo costituzionale, qual è il diritto di difesa dei cittadini, ma questo è nulla rispetto a quanto sia stato "confuso" l'ambito applicativo all'Avvocatura pubblica, spesso amalgamando nelle disposizioni l'Avvocatura di Stato e l'Avvocatura degli enti pubblici.
Allo stesso modo le molteplici differenze di status non sono state approfonditamente rilevate dagli Ordini (e, naturalmente) dal CNF.
La risposta migliore sarebbe la più semplice: dotare di una propria disciplina TUTTA l'Avvocatura pubblica, con ciò intendendo tutti gli avvocati pagati con oneri a carico del bilancio erariale, senza voler tracciare linee snobistiche di differenziazione che gli odierni tempi non consentono più.


DAL SITO  www.consiglionazionaleforense.it
"Conferito il mandato a un collegio di difesa per ottenere l’annullamento dei decreti professioni e parametri. La revisione del percorso di accesso alla professione, annunciato ieri dal ministro guardasigilli, potrà farsi in Parlamento. Sui parametri, al ministero una nota con precise e motivate richieste di modifica.
Il Cnf ha affidato a autorevoli avvocati- professori universitari il mandato a ricorrere contro la riforma delle professioni del governo Monti, per far valere davanti al Tar del Lazio i vizi di illegittimità sia del regolamento professioni (Dpr 137/2012) che del decreto ministeriale parametri (Dm 140/2012).
Il collegio che si occuperà del ricorso sul Dpr Professioni è formato da Vincenzo Cerulli-Irelli, Giuseppe Colavitti, Guido Greco, Giuseppe Morbidelli, Federico Tedeschini. Si occuperanno del ricorso contro il Dm Parametri Angelo Clarizia e Federico Tedeschini.
A Massimo Luciani, Gian Paolo Parodi, Paolo Ridola è stata chiesta la disponibilità a confezionare dei pareri su entrambi i temi.
A Mario Bertolissi e Giuseppe Abbamonte è stato poi affidato l’incarico di valutare i profili di illegittimità dei decreti legislativi di revisione della geografia giudiziaria (nn.155/2012 e 156/2012), appena pubblicati in Gazzetta Ufficiale del 12 settembre.
La decisione si è resa necessaria davanti agli evidenti vizi di eccesso di potere dei due atti governativi e ai gravi profili di incostituzionalità della legge di autorizzazione.

In relazione ai parametri, il cui decreto ministeriale è viziato anche per sviamento laddove prevede un abbattimento dei compensi degli avvocati che esorbita dalle finalità fissate dalla fonte primaria, il Cnf sta inoltrando al ministero della giustizia, anche in vista della riunione del 19 settembre con tutti i Consigli nazionali delle professioni sulla questione specifica, un documento dettagliato con precise e documentate richieste di modifica del decreto ministeriale, a partire dal ripristino di proporzionalità dei compensi per il patrocinio a spese dello Stato.
Quanto al confronto con il Governo, il Cnf ribadisce che nessun tavolo debba rallentare il percorso parlamentare della riforma forense.
La vera apertura da parte dell’esecutivo che l’Avvocatura ormai si aspetta è quella del rispetto sostanziale del testo di riforma forense approdato in aula; l’accoglimento della richiesta di modifica del dm parametri e la rivisitazione in sede parlamentare, previa analisi concreta, dei criteri in materia di riordino della geografia giudiziaria, con la successiva adozione dei necessari correttivi. Il Cnf non vede alcun motivo per il quale la disciplina della professione forense, in ogni suo aspetto, non debba essere trattata dal Parlamento, con il contributo del governo e nel corretto confronto con l’avvocatura, confronto al quale il CNF ha sempre dato il proprio leale apporto, coerente con l’esigenza di garantire la formazione di una avvocatura qualificata e indipendente, per un corretto esercizio del diritto di difesa, come richiesto dalla Costituzione".

mercoledì 12 settembre 2012

Lettera del prof. Alpa alla Severino

 
Consiglio Nazionale ForenseConsiglio Nazionale ForenseConsiglio Nazionale Forense
NEWSLETTER N.95/Ed.straordinaria
12 settembre 2012
Consiglio Nazionale Forense
 

Alpa al ministro guardasigilli: Per difendere la dignità dell'Avvocatura non parteciperemo all'incontro
Il testo integrale della lettera inviata ieri al ministro guardasigilli, che spiega le ragioni per le quali il Cnf non parteciperà all'incontro del 13 settembre su legge professionale e smaltimento dell'arretrato 

A S.E. Il Ministro della Giustizia Prof. Paola Severino Ministero della Giustizia Via Arenula, 70 00186 Roma

Eccellenza, giustifico al momento, per dovere istituzionale, i motivi dell’assenza del CNF all’incontro da Lei convocato per il giorno 13 settembre sui temi dello smaltimento e della riforma forense.
Naturalmente se il CNF, rappresentanza istituzionale dell’avvocatura e consulente del Ministro per legge, fosse stato contattato previamente rispetto alla convocazione cartacea, avrei avuto già modo di esprimerLe quanto segue, e cioè che l’Avvocatura, pressoché all’unanimità, ha affermato non più tardi del 5 settembre, a conclusione di una affollatissima riunione della quasi totalità degli Ordini forensi, presenti l’Oua, tutte le maggiori associazioni forensi e i vertici della Cassa di previdenza, che la legge di riforma professionale deve essere approvata dal Parlamento nel rispetto sostanziale del testo che la Commissione Giustizia ha varato prima dell’estate.
Riaprire oggi una negoziazione di quel testo, come Lei propone, significherebbe tornare indietro di tre-quattro anni e tradire il lavoro svolto in questo lungo tempo dal Parlamento e dall’Avvocatura.
Se guardiamo indietro a questi anni, non si può certo dire che la riforma forense non sia stata dibattuta, approfondita e condivisa sia dentro che fuori l’Avvocatura, con alcuni punti irrinunciabili. Ad esempio, l’accesso qualificante alla professione; la qualità della prestazione professionale con aggiornamento permanente e le specializzazioni; l’organizzazione professionale attraverso la modifica della struttura delle s.t.p. che escluda soci di puri capitale; la ripartizione tra fase istruttoria e fase decisoria del procedimento disciplinare con diverse articolazioni presso gli Ordini; la qualificazione nella consulenza, ecc. Tutte scelte pensate nell’interesse dei cittadini, che guardano al proprio avvocato chiedendogli competenza e indipendenza.
Di più, il testo attuale ha recepito le indicazioni fondamentali in materia di concorrenza e di difesa degli interessi dei cittadini date dal Governo. Per esempio, per quanto riguarda le tariffe, definitivamente abrogate da questo Governo, non le considera più e fa riferimento esclusivamente ai parametri, l’assicurazione obbligatoria, e molto altro.
Il testo approdato in aula alla Camera è dunque quello che la Commissione Giustizia ha modificato tenendo conto dei decreti che via via il Governo Monti emanava.
Tra l’altro, il testo ha superato più vagli di costituzionalità e di compatibilità con la normativa comunitaria. Dav

giovedì 6 settembre 2012

Comunicato stampa del CNF "Riforma forense, attacco alla democrazia parlamentare da parte del Governo. L’avvocatura decide di impugnare i regolamenti dell’esecutivo su professioni e parametri"

L'UNAEP C'E'!

da www.consiglionazionaleforense.it

"Riforma forense, attacco alla democrazia parlamentare da parte del Governo. L’avvocatura decide di impugnare i regolamenti dell’esecutivo su professioni e parametri

05/09/2012 - Inaccettabile il metodo del Governo di condizionare il passaggio in deliberante della riforma. Oggi riunione presso il Cnf con la Cassa, i presidenti degli Ordini forensi, presenti nella quali totalità, le Unioni, l’Oua e le Associazioni forensi rappresentate nel Congresso.

Roma. Inaccettabile il metodo con il quale il Governo ha posto delle condizioni al Parlamento per il passaggio della riforma forense in deliberante in commissione giustizia della Camera. Si profila una prevaricazione che punta a esautorare il parlamento, che l’avvocatura denuncia con forza.
In questi termini l’Avvocatura, riunita oggi presso il Cnf (presenti la Cassa forense, la quasi totalità dei 165 Ordini forensi e le Unioni, l’Oua e le associazioni riconosciute dal Congresso) per fare il punto dopo la pubblicazione in Gazzetta dei primi regolamenti del Governo in tema di professioni (il dpr n. 137 del 7 agosto 2012 e il decreto ministeriale parametri del 20 luglio 2012), ha accolto la notizia della lettera/parere con il quale il Governo con ingiustificato ritardo ha sciolto la riserva sulla richiesta parlamentare di approvare l’esame della riforma in commissione legislativa alla Camera.
Il presidente del Cnf Guido Alpa ha commentato: “Prendiamo atto di questa decisione tuttavia le condizioni poste dal Governo appaiono non solo irrispettose dell’autonomia del Parlamento ma mettono anche a rischio alcune scelte normative irrinunciabili della riforma forense a tutela dei principi di autonomia e indipendenza di una professione che ha rilievo costituzionale. Siamo costretti a rilevare l’intollerabile deficit di democrazia, visto che in uno stato democratico non sono ammissibili limitazioni alla libertà dell’ azione del parlamento. Duole sottolineare che il comportamento del Governo, in quanto volto a escogitare espedienti per ritardare il compimento dell’iter della riforma smembrando il testo, è abnorme e fuori da ogni prassi costituzionale”.
La decisione del Cnf di impugnare i regolamenti sulle professioni e i parametri, oggi condivisa da tutta l’avvocatura, appare tanto più necessaria. "

martedì 4 settembre 2012

Riforma delle professioni e nuovi parametri delle tariffe

Sono finite le vacanze ... mentalmente ed operativamente. Sigh!
Abbandonate le spiagge, non resta che sostituire il costume con la toga.
Non solo l'abito ci infastidisce, ma anche i "bentornati" che questo governo ci ha gentilemente offerto: il d.m. 20 luglio 2012, n. 140, entrato in vigore il 23 agosto, che determina i nuovi parametri dei compensi professionali, e il d.P.R. 7 agosto 2012, n. 137, entrato in vigore il 15 agosto, che reca la riforma degli ordinamenti professionali.


Presa dai raptus "modaioli" ... sulla toga, dal "conflitto" fra ferormoni e Bruto ... confesso candidamente di aver serenamente e beatamente accantonato ogni serio problema professionale ed ogni impegno derivante dalla (vice) rappresentanza di un gran numero di colleghi...
Ora, però, che "l'estate sta finendo e un anno se ne va...è tempo che i gabbiani ritornino in città..", ritorniamo metaforicamente, come i gabbiani, in città, intendendo in tal modo il ritorno ai problemi quotidiani della nostra professione.

Tantissimi colleghi mi hanno telefonato o inviato mail durante il mese di agosto per cercare di capire come comportarsi dopo l'entrata in vigore dei decreti sopra menzionati, soprattutto alla luce delle peculiarità date dal doppio status che ci caratterizza: dipendenti pubblici da un lato, avvocati in senso pieno dall'altro, ma con un unico cliente, il nostro datore di lavoro.

Molte sono le considerazioni critiche già svolte (e rinvenibili nei post di questo Blog):

a) di natura "sociologico/psicologica" che vanno dall'accanimento manifestato nei confronti della professione forense, al fatto che si ritiene non liberalizzata (e quindi da liberalizzare) una professione ...non contingentata e, quindi più che liberalizzata (i numeri degli avvocati lo dimostrano, per lo più poveracci che non sbarcano il lunario), alla sbandierata abrogazione delle tariffe ... già abrogate, ecc., quasi a manifestare una soggezione o impotenza o gelosia verso una categoria, quella degli avvocati, che di gioie ne ha ben poche;

b) di natura "tecnico/giuridica" sfociante nel ...thriller: chi ha rapito la riforma forense? L'ultima volta che è stata vista era uscita con le proprie gambe dalla Commissione Giustizia  della Camera e, si dice, fosse diretta in Aula con la "pretesa" di diventare legge. Eh sì, perchè attualmente la professione forense è disciplinata da una legge ordinaria e, per modificare una legge ordinaria lo si deve fare con un'altra legge ordinaria, non con un atto del capo dello Stato, al quale è riservata l'emanazione di "regolamenti" per la disciplina di materie non aventi rilievo costituzionale. Infatti, differentemente dalle altre professioni ordinamentali, la difesa tecnica, ovvero quella prestata dall'avvocato, è riconducibile all’art. 2 della Costituzione, poiché afferente ai diritti individuali della persona. Pertanto, è dubitabile che una professione prevista in Costituzione possa essere regolata con un atto presidenziale.

Mah! Non sembra neppure che il ministro faccia l'avvocato di professione. Ma farà poi l'avvocato? Avrà mai avuto il (dis)piacere di farsi una gavetta a "lacrime e sangue"..? Nutro fortissimi dubbi in proposito. Diversamente sentirebbe la necessità di una legge forense moderna, attuale, come nel resto d'Europa, che preveda, ad esempio, una disciplina per gli avvocati pubblici (come accade nel ddl scomparso dai radar..). Oppure si prenda in mano seriamente la materia e, nel nome della spending review, di cui tutti si riempiono la bocca perchè "fa bello", si prenda atto che l'Avvocatura pubblica deve essere unica erariale, accorpando Stato ed enti pubblici per tagliare, davvero, e una volta per tutte in maniera radicale, le costose consulenze esterne: a tutta la Pubblica amministrazione i propri avvocati, ai privati -persone fiche e giuridiche- i loro.

Queste in estrema sintesi alcune, ma solo alcune, perplessità. A me piace pensare, come Piero Calamandrei (solo come giurista....eh), il quale riteneva che senza "leggi giuste", il "coetus doctorum si riduceva ad una sorta di congregazione di evirati", ovvero di servili soggetti piegati ai voleri del potere.


Ciò detto, veniamo ai provvedimenti ritrovati sotto ... l'albero delle toghe:

D.P.R. 7 agosto 2012, n. 137
Le principali novità -o spunti di riflessione- per gli Avvocati pubblici contenute nel decreto in esame (che manco per idea è al corrente che la Pubblica Amministrazione ha le proprie Avvocature...!!), mi pare siano così sintetizzabili:

1) ASSICURAZIONE (art. 5). E' previsto l’obbligo di stipulare un’assicurazione per la responsabilità professionale la cui mancanza costituirà violazione disciplinare.
Molteplici sono gli interrogativi che sorgono da una tale disposizione valevole per ogni professione. Faccio un esempio: se il cliente affida un progetto ad un ingegnere strutturalista e poi crolla la casa, ebbene lì c'è sicuramente un problema di "danni derivanti al cliente dall'esercizio dell'attività professionale". Ma se l'avvocato vince o perde una causa (dato che l'attività giurisdizionale non prevede il pareggio...), la cui decisione spetta ad un diverso soggetto, chi valuta se l'avvocato ha voluto perdere la causa? Se l'avvocato ha voluto che l'assistito andasse in carcere? Dove sta il danno arrecato se Tizio si rivolge all'avvocato per ottenere un qualcosa sin lì ottenuto, ma che nel frattempo la Cassazione o la Corte di Giustizia hanno mutato orientamento?
A maggior ragione comincio a vedere davvero sempre più incompatibile la permanenza degli avvocati erariali negli Elenchi annessi agli Albi (come peraltro iscritti non sono gli Avvocati dello Stato, proprio per le specificità che permea l'avvocato erariale rispetto agli altri). Che significa per i dipendenti questo "obbligo"? L'avvocato pubblico dipendente, in quanto tale, ha già copertura assicurativa, dal medesimo integrata per quanto attiene la colpa grave. Ritengo, dunque, che tale disposizione sia inoperante per la nostra categoria, nel senso di non dover rendere noti estremi al "cliente", poiché in quanto datore di lavoro conosce le polizze che egli stesso stipula (...che sia un altro favore alle compagnie assicuratrici...Andreotti docet...).

2) TIROCINIO (art. 6): la durata della pratica forense è ridotta a diciotto mesi. Segnalo ciò che però costituisce elemento di novità per noi:
a) l’avvocato che accolga un praticante presso il proprio studio deve essere iscritto all’Albo da almeno cinque anni (sino a oggi l’anzianità d’iscrizione poteva essere di soli due anni: cfr. art. 4 del d.p.r. n. 101/1990). Pertanto, il numero di praticanti in un'Avvocatura pubblica dovrà essere rapportato al numero di avvocati che abbiano questo requisito;
b) PRIVA DI CHIAREZZA è la precisazione di cui al comma 4: "possono essere stipulate convenzioni tra Consigli Nazion. degli Ordini e Ministero Funz. Pubb. per lo svolgimento del tirocinio presso le P.A.".
Primo. Gli Ordini forensi hanno inviato comunicazioni ove, al riguardo, hanno precisato: "dopo la laurea, per un periodo non superiore a un anno, la pratica potrà anche essere svolta presso l'Avvocatura di Stato o gli uffici legali delle pubbliche amministrazioni, anche in questo caso però solamente dopo la sottoscrizione di una convenzione nazionale fra il C.N.F. e il Ministero per la pubblica amministrazione". Da dove deriva tale interpretazione? Dove è scritto "per un periodo non superiore a un anno"? E dove si rinviene che la pratica forense -sino ad oggi espletata presso le Avvocature pubbliche- d'ora innanzi potrà essere svolta "solamente dopo la sottoscrizione di una convenzione ..."? La norma si esprime diversamente. Il Ministro evidentemente neppure è a conoscenza che le Pubbliche Avvocature offrono la possibilità di fare pratica  (e che pratica!!) a migliaia di giovani laureati!


3) FORMAZIONE CONTINUA (art. 7): è confermata con norma di legge la disposizione, già oggetto di previsione regolamentare e deontologica, che qualifica come "illecito disciplinare",  "la violazione dell’obbligo di formazione".






D.M. 20 luglio 2012, n. 140
Si tratta del preannunciato provvedimento che, in sostituzione delle tariffe abolite già dal gennaio con il decreto sulle liberalizzazioni, ha introdotto i parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi in favore dei professionisti, fra cui gli avvocati.
Dei parametri per gli Avvocati si occupa il Capo II del decreto (artt. 2-14), che rinvia alle Tabelle A e B allegate al decreto medesimo.
Ciò che più balza evidente è la suddivisione in "scaglioni di riferimento" e, per ciascuno di essi, l'articolazione in "fasi" (di studio, introduttiva, istruttoria, decisoria). Viene, poi, precisato che il compenso è liquidato per fasi, che, immagino, dovranno costituire la nota da predisporre. Inoltre è specificato che nei compensi (quantificati per fasi) non sono comprese le spese da rimborsare, né sono compresi oneri e contributi dovuti a qualsiasi titolo (art. 1, comma 2, II capoverso).
E' questo un inciso che desidero sottolineare perchè mi pare possa essere utilissimo nella soluzione della vexata quaestio relativa alla richiesta, da parte nostra, ai soccombenti degli oneri riflessi ex art. 1, comma 208, L. 266/2005.

That's all, my friends!

domenica 2 settembre 2012

Legal emotion...la sindrome di Bruto

Ebbene si, ho capito: è piú facile che ti pugnali a morte chi piú ami.

Non mancano nella storia riferimenti noti: Caino e Abele, Giuda e Gesú, Bruto e Giulio Cesare, tanto per fare alcuni esempi.
Ci sono persone che nella vita sono fedeli ad un ideale, ad una persona, e di questa fedeltà ne fanno uno stile di vita. In nome di questo tifano per la stessa squadra di sempre, appartengono allo stesso partito di sempre (o all'idea, se i nomi cambiano..), e se si innamorano o hanno amici, a questi donano lealtà e fedeltà...Puó finire l'amore o l'amicizia, ma non pugnalano alle spalle, te lo dicono. Diretti.

Altre persone no. Ma non te lo dicono, no. Sono false, hanno riserve mentali, ti chiamano amica/o ma quando sei lontano dagli occhi lo sei pure dal cuore. E in quel momento ti fottono, senza pietà..per poi dirti quanto sei importante!

Quanto sono squallide queste persone!

Non ha importanza il tipo di rapporto che ti lega ad una persona, ma la qualità di e sso. Ha importanza la limpidezza dello sguardo quando pianti gli occhi negli occhi dell'altra persona.
I miei sono limpidi, sinceri, e quando guardano gli occhi altrui, gli occhi delle persone a cui tengo, lo sguardo parla da solo.
Lo sguardo.
È importante lo sguardo.....Uno sguardo ti sfida, ti uccide, ti fa innamorare, ti seduce, ti fa sognare, ti attira. È vero che vale piú di mille parole...Uno sguardo peró puó ucciderti..o un mancato sguardo. A volte un mancato sguardo è paura di dire ció che va detto.
E allora?
Allora si soffre. Scoprire che le persone con cui non hai doveri o obblighi, ma solo piacere di frequentarle non sono sincere è sconvolgente!
Perchè? Qual è la ratio? La motivazione per non parlare chiaro? Per mentire?
Non c'è un motivo. C'è solo crudeltà.
Perchè Bruto, che era figlio (anche se adottivo) di Cesare deve giungere a pugnalare alle spalle il padre? Cesare lo amava come un figlio e da lui tutto si sarebbe atteso, eccetto il tradimento.

Da chi ami non ti aspetti il tradimento. Per quello quando arriva è il peggiore dei mali, è il crollo della fiducia negli altri esseri, è la sensazione di aver dato te stesso a chi se ne è solo approfittato, è la consapevolezza di aver sbagliato a valutare e credere.

Io peró resto fedele. Pugnalata, sanguinante, forse morente, ma fedele.

È questa la mia forza. E sconfiggerà i codardi.