Domenica mattina, appena rientrata da Salerno, ho ricevuto, incredula, una telefonata.
Sono stata costretta a dare una di quelle notizie che mai avrei voluto dare.
Pino Dardo, past president Unaep sabato notte ci ha lasciato.
Eppure eravamo insieme venerdì fino a sera a Salerno ....
Ci si era ritrovati nella splendida occasione che ci aveva riuniti a tutti i meravigliosi amici campani.
Siamo tutti vicini alla famiglia a cui è stato così improvvisamente e prematuramente strappato
Ho conosciuto Pino nel 2005.
11 anni fa.
L'occasione fu uno dei soliti attacchi alla pubblica avvocatura, il primo di una lunga serie.
Fu casuale. Ero così furiosa perché mi sentivo sola, mi mancava un gruppo di riferimento, che unendo le forze a facesse sentire la propria voce. Navigando su internet, trovai questa sigla, UNAEP, e dei numeri di telefono.
Chiamai il primo che trovai. Non mi rispose nessuno.
Chiamai il successivo. Mi rispose Pino.
Da allora iniziò un rapporto che portò frutti copiosi e di qualità, che tutti potete vedere.
Volevamo entrambi una Unaep grande e unita.
Una Unaep che trasmettesse orgoglio e che facesse sentire orgogliosi di essere avvocati dipendenti.
Una Unaep dove il senso di appartenenza superasse qualsiasi diversità fra chi la componeva.
Penso che lui vedesse in me proprio la caparbietà di raccogliere la gente e di trasmettere motivazione, la stessa che aveva perseguito e che si era stufato di predicare al vento.
Mi diceva che eravamo molto simili. Si era riappassionato, aveva ripreso un nuovo slancio.
Dal 2005 con Pino avevo condiviso tutte le iniziative che, con vulcanica personalità, gli sottoponevo.
L'occasione fu uno dei soliti attacchi alla pubblica avvocatura, il primo di una lunga serie.
Fu casuale. Ero così furiosa perché mi sentivo sola, mi mancava un gruppo di riferimento, che unendo le forze a facesse sentire la propria voce. Navigando su internet, trovai questa sigla, UNAEP, e dei numeri di telefono.
Chiamai il primo che trovai. Non mi rispose nessuno.
Chiamai il successivo. Mi rispose Pino.
Da allora iniziò un rapporto che portò frutti copiosi e di qualità, che tutti potete vedere.
Volevamo entrambi una Unaep grande e unita.
Una Unaep che trasmettesse orgoglio e che facesse sentire orgogliosi di essere avvocati dipendenti.
Una Unaep dove il senso di appartenenza superasse qualsiasi diversità fra chi la componeva.
Penso che lui vedesse in me proprio la caparbietà di raccogliere la gente e di trasmettere motivazione, la stessa che aveva perseguito e che si era stufato di predicare al vento.
Mi diceva che eravamo molto simili. Si era riappassionato, aveva ripreso un nuovo slancio.
Dal 2005 con Pino avevo condiviso tutte le iniziative che, con vulcanica personalità, gli sottoponevo.
Lui, uomo del sud, era stato sconvolto nella sua placida vita presidenziale....
E allora via senza più una sosta. Le cose fatte non devono essere elencate. Le conosciamo tutti.
Rammento solo la grande battaglia svolta in Parlamento per ottenere l'art. 23 della nuova legge forense. Pino teneva molto a questo risultato.
Io lottai strenuamente, caparbiamente e orgogliosamente gli portai il risultato: era il 2012, mai visto Pino cosi contento, era un evento a cui aveva mirato da sempre.
Lui mi diede tanta soddisfazione: "Antone' sienti a me, dopo di me devi esserci tu"! e una grande responsabilità.
Poi divenne capo avvocatura del Comune di Napoli.
Riconoscimento più che meritato, professionalmente e personalmente.
Sono stati gli ultimi suoi anni da avvocato pubblico, ma solo formalmente, perché Pino avvocato pubblico lo era dentro!
Ricordo quel periodo perché mi mancava il suo appoggio: era sempre pressato da impegni, da carenze da colmare. Più volte ho avuto la sensazione che fosse preoccupato, cambiato da questo impegno in Avvocatura.
Rammento solo la grande battaglia svolta in Parlamento per ottenere l'art. 23 della nuova legge forense. Pino teneva molto a questo risultato.
Io lottai strenuamente, caparbiamente e orgogliosamente gli portai il risultato: era il 2012, mai visto Pino cosi contento, era un evento a cui aveva mirato da sempre.
Lui mi diede tanta soddisfazione: "Antone' sienti a me, dopo di me devi esserci tu"! e una grande responsabilità.
Poi divenne capo avvocatura del Comune di Napoli.
Riconoscimento più che meritato, professionalmente e personalmente.
Sono stati gli ultimi suoi anni da avvocato pubblico, ma solo formalmente, perché Pino avvocato pubblico lo era dentro!
Ricordo quel periodo perché mi mancava il suo appoggio: era sempre pressato da impegni, da carenze da colmare. Più volte ho avuto la sensazione che fosse preoccupato, cambiato da questo impegno in Avvocatura.
O semplicemente gli mancava già Unaep, di cui in quel periodo non era più riuscito ad occuparsi come avrebbe voluto.
...Io continuavo, invece, imperterrita a torturarlo. Ricordo che chiudeva sempre ogni discorso sulle mille iniziative in cui volevo coinvolgerlo con:
"Eddai Antone' nun me scuccia'. Tengo troppo da fa'. Pensaci tu che a me vabbene" (scusate la pronuncia....).
Poi il momento in cui è andato in pensione e mi ha passato il testimone .... 8 anni dopo la nostra prima telefonata.
...Io continuavo, invece, imperterrita a torturarlo. Ricordo che chiudeva sempre ogni discorso sulle mille iniziative in cui volevo coinvolgerlo con:
"Eddai Antone' nun me scuccia'. Tengo troppo da fa'. Pensaci tu che a me vabbene" (scusate la pronuncia....).
Poi il momento in cui è andato in pensione e mi ha passato il testimone .... 8 anni dopo la nostra prima telefonata.
Voglio così ricordare così i tanti momenti belli, per noi difficili, ma proprio per questo appassionanti, che hanno marcato la crescita di questa associazione, che da piccola è diventata grande e conosciuta.
Io credo che ne fosse molto orgoglioso....
Io credo che ne fosse molto orgoglioso....
Catania, 9-10 giugno 2011
Voglio chiudere ricordando gli ultimissimi avvenimenti dei giorni scorsi.
Credo che le cose non accadano mai per caso.
Pino mi aveva telefonato una quindicina di giorni fa, poco prima di Pasqua. Una lunga telefonata, che avevo concluso dicendo che lo avrei visto volentieri a Salerno l'8 aprile.
Venerdì Pino era lì. Ne ero certa. Le cose si sentono.
Era dal giugno del 2014, a Bologna, durante il convegno in cui l'avevo invitato con il suo inseparabile amico, l'eccellente prof. Troncone.
Mi sono alzata e sono andata da lui, e dopo più di un anno, l'ho abbracciato e baciato.
Penso che Pino sia stato contento di rivedere tanta partecipazione nella sua terra. Un evento in cui l'entusiasmo aleggiava ovunque.
Al di là di tutto, la verità è una sola: Pino, e per suo volere, io, abbiamo fatto la "storia" della Pubblica Avvocatura.
Questo solo conta. Questo sarà ricordato di Pino.
Questo solo conta. Questo sarà ricordato di Pino.
Null'altro!
Oggi, col senno del poi, per sgombrare ogni ombra, mi spiace solo non avergli detto venerdì:
"Pino nun me scuccia'. Tengo da fa' ......"
"Pino nun me scuccia'. Tengo da fa' ......"
Napoli, 16 giugno 2012 - Biblioteca CastelCapuano
Si pensa sempre che le cose siano infinite, che le persone siano sempre là, che se una cosa non si dice adesso, si dirà domani...
La vita riserva altri programmi. E a volte il domani non c'è per tutti.
Non sapevo venerdì scorso che qui, invece, Pino si sarebbe fermato.....
EDDAI PINO NUN ME SCUCCIA'!
ottimo,perchè non ricordiamo IN VITA i presidenti UNAEP, cominciando dall'avv. Franco Argirò?
RispondiEliminaAd MAIORA.
Giuseppe,detto Paolo, Trippa